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Chi è Samuel Acquisto, “il boxer” arrestato per la strage di Monreale. Cos’ha detto agli inquirenti

Pubblicato: 05/05/2025 16:20

Una notte di sangue ha cambiato per sempre il volto di Monreale. Il 27 aprile un gruppo di ragazzi è arrivato da Palermo in sella a scooter e moto. Tra loro c’erano Samuel Acquisto e Salvatore Calvaruso, entrambi cresciuti nel quartiere Zen. Una lite per un rimprovero, poi le urla, infine gli spari. Più di venti colpi esplosi in strada, in mezzo alla folla.
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Tre giovani sono morti: Massimo Pirozzo, Andrea Miceli e Salvatore Turdo. Altri due ragazzi sono rimasti feriti. La violenza è scoppiata in pochi minuti, davanti a decine di testimoni. Le telecamere di sorveglianza e i racconti dei presenti hanno permesso agli inquirenti di ricostruire i fatti.

La prima notte in cella

Samuel Acquisto, 18 anni, ha passato la sua prima notte in carcere. Il giovane si è presentato ai carabinieri, accompagnato dal suo avvocato. Ha detto di sentirsi in colpa, ma ha negato di aver sparato. Secondo i magistrati, però, ha avuto un ruolo decisivo. Era lui alla guida della moto BMW durante l’assalto. Avrebbe incitato Calvaruso a colpire “ad altezza d’uomo”.

Durante la notte, l’ex boxer dello Zen è rimasto in silenzio. Ora attende l’interrogatorio del giudice per la convalida del fermo. I video lo riprendono sia durante l’assalto sia nella fuga. I testimoni parlano di un ruolo attivo e consapevole.

Chi è il ragazzo dello Zen

Lo chiamavano “il boxer”. Aveva 18 anni e viveva allo Zen, quartiere popolare di Palermo. Non era un volto nuovo alle forze dell’ordine. A novembre aveva subito una misura di collocamento in comunità per una tentata estorsione a una discoteca. Sui social aveva scritto al suo amico Calvaruso: “Sempre insieme, fratello. Non ti abbandono mai”.

Un ragazzo cresciuto in un contesto difficile, tra disagio sociale, assenza di opportunità e legami pericolosi. Il suo legame con Calvaruso è uno dei punti centrali delle indagini. La Procura lo accusa di concorso in strage.

Palermo scende in piazza

Domenica sera, il centro storico di Palermo si è riempito di fiaccole. Centinaia di persone hanno sfilato in silenzio per ricordare le tre vittime. Le 17 parrocchie della città e sei associazioni civiche hanno promosso l’iniziativa. Il messaggio è arrivato forte: basta violenza, basta abbandono.

Il vicesindaco Giampiero Cannella ha guidato la manifestazione. Con lui c’erano giovani, operatori sociali, famiglie e comitati di quartiere. Tutti uniti per chiedere più attenzione verso le periferie, dove droga e armi diventano strumenti quotidiani.

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