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Donna scomparsa nel 1962 lasciando marito e 2 figli, ritrovata dopo oltre 60 anni: “Ora è felice”

Pubblicato: 05/05/2025 10:24
donna scomparsa 1962 ritrovata

Una vicenda che sembrava destinata a restare tra i grandi misteri irrisolti degli Stati Uniti ha trovato un epilogo tanto inatteso quanto straordinario. A 63 anni dalla scomparsa, Audrey Backeberg è stata ritrovata sana e salva. La donna era sparita nel luglio del 1962, all’età di 20 anni, da Reedsburg, nel Wisconsin, facendo perdere completamente le proprie tracce. Oggi ha 82 anni e vive in un altro Stato americano. Secondo le autorità, la sua scomparsa sarebbe stata una scelta personale, senza legami con attività criminali o violenze.
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Un caso chiuso per decenni, riaperto grazie alla genealogia online

A dare l’annuncio ufficiale del ritrovamento è stato Chip Meister, sceriffo della contea di Sauk, che ha seguito da vicino gli sviluppi della nuova indagine. “La sparizione della signora Backeberg – ha dichiarato Meister – è avvenuta per sua volontà, non a causa di reati o atti illeciti.” L’indagine, considerata ormai archiviata da decenni, ha avuto una svolta solo all’inizio del 2025, quando è stata effettuata una revisione completa dei fascicoli legati al caso.

Determinante per la risoluzione del mistero è stato il lavoro del detective Isaac Hanson, che ha deciso di riesaminare tutte le piste abbandonate nel tempo. Hanson ha interrogato nuovamente testimoni dell’epoca e consultato i documenti rimasti irrisolti, fino a quando un account online di genealogia, appartenente alla sorella della donna scomparsa, ha acceso una nuova speranza. Grazie a questo indizio, Hanson è riuscito a localizzare la Backeberg, a contattare la polizia locale del nuovo Stato in cui risiede e infine a parlare direttamente con lei al telefono per 45 minuti.

Sembrava felice. Sicura della sua decisione. Nessun rimpianto“, ha raccontato Hanson all’emittente WISN, confermando che Audrey ha scelto volontariamente di sparire dalla sua vita precedente.

Una fuga da un passato di violenze

Il contesto familiare e sociale della scomparsa getta nuova luce sulle motivazioni della giovane donna. Secondo l’organizzazione no-profit Wisconsin Missing Persons Advocacy, al momento della sparizione Audrey era sposata e madre di due figli. Aveva sposato il marito all’età di 15 anni, ma il matrimonio si era presto trasformato in un incubo.

Pochi giorni prima di sparire, aveva infatti presentato denuncia per violenze contro il coniuge, riferendo alle autorità che l’uomo l’aveva picchiata e minacciata di morte. Il 7 luglio 1962, Audrey uscì di casa con il pretesto di andare a ritirare lo stipendio presso il lanificio dove lavorava e non fece mai ritorno. L’ultima persona a vederla fu la baby-sitter quattordicenne che si occupava dei suoi figli.

La famiglia ha sempre sostenuto che Audrey non avrebbe mai abbandonato volontariamente i suoi bambini, alimentando per anni la convinzione che potesse essere stata rapita o addirittura uccisa. Tuttavia, i numerosi tentativi d’indagine portati avanti nel tempo si erano rivelati tutti infruttuosi.

Il ruolo della tecnologia nella risoluzione del mistero

Il caso Backeberg si aggiunge a un numero crescente di misteri risolti grazie all’uso della tecnologia genealogica. Piattaforme online, che incrociano dati genetici e informazioni anagrafiche, stanno diventando uno strumento fondamentale nelle mani degli investigatori, soprattutto per i casi di scomparsa a lungo termine.

In questo caso specifico, è stato un profilo aperto dalla sorella della scomparsa a fornire il collegamento decisivo, dimostrando come anche dopo decenni un piccolo dettaglio possa aprire la strada verso la verità.

Una nuova vita nel silenzio

Le autorità hanno scelto di non divulgare ulteriori dettagli sulla vita attuale della donna, nel rispetto della sua privacy. Sappiamo soltanto che vive in un altro Stato e che ha scelto, fin da giovane, di ricostruirsi un’esistenza lontano da violenze e costrizioni. Nessuna accusa sarà avanzata nei suoi confronti, né verranno aperti procedimenti contro chi, eventualmente, l’ha aiutata nella fuga.

Il caso di Audrey Backeberg diventa così non solo una notizia di cronaca, ma anche una riflessione sulla libertà individuale, sul peso delle scelte personali e sul lungo cammino della giustizia, che a volte riesce a ricucire strappi profondi anche dopo decenni.

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