Alle comunali nelle province autonome del Trentino-Alto Adige, il centrodestra fatica a imporsi, nonostante il dominio regionale di FdI, Lega e Forza Italia. A Trento, l’uscente Franco Ianeselli, appoggiato da Pd, Verdi e liste civiche, è vicino alla riconferma già al primo turno, grazie a un vantaggio netto su Ilaria Goio, candidata imposta da Fratelli d’Italia.
L’affluenza si è fermata al 60%, in calo rispetto al 65,4% del 2015. Ianeselli, 44 anni, sociologo ed ex segretario provinciale della Cgil, nel 2020 era stato eletto con il 54,7%, mentre il centrodestra ottenne allora il 30,2%, quando FdI valeva solo il 6,3%.
Anche a Riva del Garda il centrosinistra è in testa, approfittando delle divisioni a destra e dello scandalo che ha spinto la Lega a non ricandidare la sindaca Cristina Santi. Timori emergono pure per il governatore leghista Maurizio Fugatti, alle prese con il controverso tentativo di terzo mandato.
In Alto Adige, il confronto è più serrato. A Bolzano si va verso il ballottaggio tra Juri Andriollo (ex assessore Pd, Verdi e civiche) e Claudio Corrarati (centrodestra unito). Il candidato di lingua italiana Andriollo è al 27%, penalizzato dalla rottura con il M5S e dall’inchiesta sul magnate René Benko; Corrarati guida con il 36,3%, forte dei rapporti con l’SVP e del via libera al ripristino delle competenze autonomistiche.
Per la prima volta, l’SVP governa in provincia con il centrodestra, e lo schema sembra replicarsi anche in città. Il crollo dell’affluenza e il ricorso massiccio alle liste uniche nei centri minori – con tre comuni senza candidati – confermano una diffusa sfiducia verso la politica locale.