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Importiamo anche la mafia, ovvero come il crimine organizzato straniero sta sostituendo quello italiano

Pubblicato: 05/05/2025 15:45
guerra delle grucce

Una faida tra clan rivali della mafia cinese ha trasformato Prato in uno dei principali teatri di una guerra criminale internazionale. Al centro dello scontro, insospettabilmente, ci sono delle semplici grucce per abiti. Un pentito ha svelato tutto al Fatto Quotidiano: “Diciannove centesimi di guadagno per una gruccia hanno acceso la miccia del conflitto”. Due anni fa le grucce venivano vendute a 27 centesimi. Poi la discesa a 6 centesimi. Ora il prezzo si è stabilizzato intorno ai 5,8 centesimi. Ma il margine, apparentemente esiguo, moltiplicato per milioni di pezzi all’anno, si trasforma in un affare da 100 milioni di euro. È da qui che nasce il conflitto all’interno della comunità criminale cinese. Secondo le indagini coordinate dal procuratore Luca Tescaroli, la guerra delle grucce, per controllarne il mercato, si intreccia con altri affari ben più grandi: droga, estorsioni, riciclaggio e soprattutto la produzione e distribuzione di abiti di marca – un business da oltre 1,5 miliardi l’anno. Un sistema che coinvolge anche le mafie italiane: Camorra, ’Ndrangheta, Sacra Corona Unita, in collaborazione con la Triade cinese.
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Duplice omicidio a Roma: la mafia cinese alza il tiro

All’interno di questa guerra delle grucce, il 6 luglio 2024, un uomo e una donna – Zhang Dayong, 53 anni, e Gong Xiaoqing, 38 – vengono freddati con colpi di pistola alla nuca in un condominio di via Prenestina, a Roma. Una vera e propria esecuzione che smentisce le prime ipotesi di delitto passionale. Le forze dell’ordine lo interpretano come un segnale: la criminalità cinese non è più disposta a restare nell’ombra. Negli ultimi anni Prato è stata teatro di una violenta escalation. Dal 5 agosto 2022, con l’assalto incendiario a un furgone di una ditta produttrice di grucce, si sono succeduti pestaggi, tentati omicidi e incendi dolosi. Tutti i bersagli erano legati al settore della logistica e della produzione di grucce.

Il pentito racconta tutto: soldi dall’Ungheria e affari illeciti

Un imprenditore cinese, sopravvissuto a un’aggressione, decide di parlare. Racconta – ripreso dal Fatto – di pressioni, minacce, e di una concorrenza spietata per dominare il mercato delle grucce. Svela anche i finanziamenti da centinaia di migliaia di euro provenienti dall’Ungheria, usati per espandere il controllo del territorio. L’inchiesta rivela un inquietante legame tra la criminalità cinese e le organizzazioni mafiose italiane. Dietro una semplice gruccia si nasconde un sistema criminale globale che collega mafie italiane, Triade cinese e interessi miliardari.

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