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Trump riapre il carcere di Alcatraz: “Ci metterò i peggiori criminali”

Pubblicato: 05/05/2025 08:44
Trump riapre carcere Alcatraz

Donald Trump torna a far discutere con una nuova proposta destinata a suscitare clamore negli Stati Uniti e nel mondo: la riapertura del carcere di Alcatraz, la prigione federale più celebre e temuta d’America, chiusa dal 1963. L’annuncio è arrivato tramite un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social, in cui l’ex presidente ha dichiarato l’intenzione di destinare nuovamente l’isola della Baia di San Francisco ai detenuti “più spietati e violenti d’America”.
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L’ex presidente ha precisato che il progetto prevede non solo la riapertura di Alcatraz, ma anche un suo ampliamento, così da renderla una struttura capace di contenere i criminali ritenuti irrecuperabili. Una decisione che si colloca nel solco della retorica securitaria che ha sempre caratterizzato le posizioni di Trump in tema di giustizia e ordine pubblico.

La storia della prigione più famosa d’America

Alcatraz, anche nota come “The Rock”, è situata su una piccola isola rocciosa a circa due chilometri dalla costa della California, nel cuore della Baia di San Francisco. Il suo nome deriva dallo spagnolo la Isla de los Alcatraces, ovvero l’isola dei pellicani. Per decenni, il carcere ha alimentato l’immaginario collettivo come simbolo di isolamento, disciplina e impossibilità di fuga.

Prima di diventare una prigione, l’isola era utilizzata come fortezza militare e arsenale. Dal 1861, durante la Guerra civile americana, cominciò a ospitare i primi prigionieri militari. Ma è nel 1934 che Alcatraz assunse la sua forma più nota: quella di penitenziario federale di massima sicurezza, voluto dal Dipartimento di Giustizia per gestire i detenuti più pericolosi del Paese.

L’obiettivo era chiaro: creare un carcere inaccessibile, isolato, in grado di prevenire evasioni e contenere personalità criminali che nessun altro istituto riusciva a domare.

I detenuti più celebri

Nel corso dei 29 anni di attività come penitenziario federale, Alcatraz ha ospitato alcuni dei criminali più famosi della storia americana. Tra questi spicca senza dubbio Al Capone, il celebre gangster di Chicago, che vi trascorse quattro anni. Ma il carcere ha anche custodito figure come George ‘Machine Gun’ Kelly, rapinatore e sequestratore, e Robert Franklin Stroud, noto come “l’uomo degli uccelli di Alcatraz”, per la sua attività di ornitologo autodidatta durante la reclusione. Stroud scrisse persino due libri sul trattamento delle malattie degli uccelli, nonostante fosse detenuto in condizioni estremamente restrittive.

Dalla chiusura alla memoria

Alcatraz fu chiusa nel 1963 a causa degli alti costi di gestione e delle strutture fatiscenti, ritenute ormai inadeguate. Pochi anni dopo, l’isola fu occupata da un gruppo di attivisti nativi americani che volevano denunciare le politiche federali nei confronti delle popolazioni indigene. Un episodio che contribuì a rafforzare il simbolismo dell’isola, rendendola un luogo carico di significati politici e storici.

Dagli anni ’70 in poi, Alcatraz è stata trasformata in un’attrazione turistica, visitata ogni anno da milioni di persone affascinate dalla sua storia. Numerosi film, tra cui il celebre “Fuga da Alcatraz” con Clint Eastwood, hanno contribuito a consolidare il mito di una prigione leggendaria, da cui era praticamente impossibile evadere.

Una proposta tra nostalgia e propaganda

La proposta di Trump arriva in un momento in cui il tema della sicurezza pubblica è tornato al centro del dibattito politico americano. Il messaggio trasmesso è forte: riportare in funzione una prigione considerata simbolo di fermezza e autorità per “neutralizzare” i criminali più violenti del Paese.

Ma l’idea solleva anche molte perplessità: dal punto di vista legale, logistico ed economico, la riapertura di Alcatraz comporterebbe sfide enormi, a partire dalla necessità di adattare le antiche strutture alle attuali normative carcerarie. Inoltre, c’è chi vede nella proposta un gesto puramente simbolico e propagandistico, destinato più a consolidare una base elettorale che a produrre risultati concreti.

Resta il fatto che, ancora una volta, Donald Trump è riuscito a riportare al centro dell’attenzione pubblica un’icona americana dimenticata, risvegliando un passato di ferro e isolamento che sembrava ormai appartenere solo ai libri di storia.

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