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Addio alla leggenda del calcio: l’annuncio della famiglia

Pubblicato: 06/05/2025 13:07

Le luci fioche del corridoio si riflettevano sui pavimenti lucidi della clinica, mentre un sospiro di dispiacere attraversava le stanze ora vuote. I ricordi di un mito iniziavano a mescolarsi al crepitio dei vecchi televisori spenti, testimoni muti di trionfi lontani. Una figura imponente, un tempo baluardo invalicabile in difesa, si era spenta dopo un mese di lotta contro una polmonite.

Quella che sembrava un’ennesima notizia di corridoio, ha presto preso corpo nell’emozione dei tifosi riuniti fuori dallo stadio, in attesa di dettagli. La notizia di un campione mondiale, leggenda di un club e simbolo di un’epoca, si è diffusa come un lampo tra le gradinate di Córdoba e oltre.

Addio alla leggenda del calcio: è morto El Negro

Era Luis Adolfo Galván, 77 anni di fierezza e dedizione, che aveva vestito la maglia di Talleres per ben 17 stagioni, collezionando 503 presenze e guadagnandosi l’affettuoso soprannome di “el Negro”. Proprio lì, tra le curve gremite, aveva costruito la propria storia, erigendosi a idolo per intere generazioni.

Ma il suo nome è inciso anche in un’altra pagina epica: ogni minuto del Mondiale 1978, sotto la guida di César Luis Menotti, ha visto quel difensore sudamericano respingere attacchi e timori, contribuendo a scrivere il primo, storico titolo iridato per l’Argentina.

A darne l’annuncio è stato il club Talleres di Córdoba, che sui social ha salutato “l’emblema del Club e Campione del Mondo”: «Addio, Luis. Accompagniamo la sua famiglia e i suoi cari in questo momento ed eleviamo le nostre preghiere per il suo eterno riposo». Anche l’Associazione del Calcio Argentino, con parole del presidente Claudio Tapia, ha espresso «cordoglio per la scomparsa del difensore campione del mondo».

Oggi lo stadio sembra più vuoto, e ogni tribuna porta impressa la sagoma di un uomo che, con coraggio e dedizione, ha difeso i colori biancoblù e albiceleste. Il suo spirito, però, resterà vivo nei cori dei tifosi, nel rombo degli applausi e nelle pagine di storia che ha contribuito a scrivere.

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