
Il mondo della televisione e del giornalismo italiani è stato colpito da un grande lutto: è venuto a mancare a 97 anni uno dei pilastri dell’informazione. Con il suo stile sobrio e rigoroso, ha formato intere generazioni, suscitando una profonda commozione tra colleghi e telespettatori, che per anni hanno seguito il suo lavoro. Ha raccontato con lucidità i momenti più significativi della storia contemporanea, attraversando decenni di cronaca internazionale.
Una carriera eccezionale tra le Capitali del mondo
Iniziò la sua carriera giovanissimo, a soli vent’anni, come redattore per Italia Socialista e Il Giornale. Negli anni Cinquanta, la sua abilità narrativa lo portò a fondare e dirigere il settimanale Domenica Sera. Collaborò con la BBC e divenne corrispondente da Londra per Il Messaggero, ruolo che mantenne anche negli Stati Uniti fino agli anni Ottanta. La sua carriera si sviluppò tra le capitali dell’informazione e della politica, con uno sguardo attento ai cambiamenti sociali e politici.

La Voce Italiana da New York
Dal 1987 al 1992, Lucio Manisco ricoprì un ruolo fondamentale come corrispondente da New York per il Tg3. In quel periodo, il suo nome divenne sinonimo di informazione seria e internazionale. Le sue corrispondenze dagli Stati Uniti erano un punto di riferimento, specialmente durante i grandi eventi della fine della Guerra Fredda. Il suo stile asciutto ma coinvolgente gli valse il rispetto di colleghi, politici e telespettatori.

Un Impegno Politico Coerente
Oltre al giornalismo, Manisco si distinse per il suo impegno politico. Fu eletto deputato nel 1992 e nel 1996 con Rifondazione Comunista e guidò il quotidiano Liberazione nel 1995-96. Partecipò al Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 con i Comunisti Italiani, rimanendo sempre coerente con le sue idee e candidandosi anche nel 2004. Manisco è stato uno degli ultimi intellettuali a incarnare un’idea di giornalismo strettamente legata alla politica.


Il tributo da parte dei colleghi non si è fatto attendere: Federica Sciarelli e la redazione di Chi l’ha visto? hanno pubblicamente espresso il loro cordoglio, ricordando Manisco come “il corrispondente Rai dagli Stati Uniti che tutti ricordano”. Un segno tangibile del profondo rispetto e dell’affetto che circondavano la sua figura. La sua scomparsa lascia un grande vuoto, ma il suo lascito di rigore, passione e spirito critico continuerà a influenzare il giornalismo italiano.