
Un nuovo tragico episodio scuote il mondo del lavoro, in un contesto dove le morti bianche continuano a crescere nonostante gli appelli e le promesse di maggiore attenzione alla sicurezza. Un giovane operaio ha perso la vita questa mattina in un cantiere edile, mentre svolgeva le sue mansioni su un ponteggio.
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L’incidente è avvenuto in circostanze ancora tutte da chiarire. Le prime informazioni raccolte parlano di una caduta dall’alto, avvenuta nel corso di lavori di ristrutturazione. I soccorsi sono stati immediati, ma per il ragazzo non c’è stato nulla da fare: il suo decesso è stato constatato sul posto.

Caduta da un ponteggio: nulla da fare per un operaio di 24 anni
Il giovane, un muratore di 24 anni, stava lavorando al terzo piano di un edificio in via Edoardo Bassini, nella zona di Lambrate, quando – intorno alle 9:30 di martedì 6 maggio – è precipitato nel vuoto da circa 12 metri di altezza. Secondo quanto ricostruito finora, si trovava su un’impalcatura per effettuare interventi su un balcone, quando ha perso l’equilibrio e ha impattato violentemente al suolo, nel cortile interno dell’edificio.
Endrit stava lavorando al terzo piano. Il trabattello su cui era posizionato aveva una copertura di poco meno di un metro. Il ventiquattrenne però, per cause ancora da accettare, poco prima delle 10, è caduto all’indietro e la barriera ha ceduto. Forse ha perso l’equilibrio.
Il ragazzo era impiegato presso una ditta edile con sede nel bresciano. Sul posto, oltre agli operatori del 118, sono intervenuti i carabinieri, la polizia locale, i vigili del fuoco e i tecnici dell’Agenzia di Tutela della Salute, per mettere in sicurezza il ponteggio e avviare le verifiche di legge. Resta da capire se vi siano state responsabilità o carenze sul fronte della prevenzione.
“È una strage continua”, ha denunciato Vincenzo Greco, della segreteria milanese della Cgil. “Non bastano più i minuti di silenzio e le promesse. Non è sufficiente parlare genericamente di sicurezza. Servono più ispettori del lavoro, regole precise, e responsabilità chiare. A Milano, ad esempio, gli ispettori sono solo venti: è un numero ridicolo rispetto al bisogno reale”.
Secondo il sindacalista, serve un cambio culturale radicale: “Occorre rimettere la vita, la salute e la dignità delle persone al centro delle priorità. Solo così potremo fermare questa lunga scia di sangue nei cantieri italiani”.