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Fausto e Iaio, svolta clamorosa sui due ragazzi uccisi: incredibile

Pubblicato: 06/05/2025 17:11

Nel marzo del 1978, due ragazzi cadono sotto i colpi di un agguato in strada. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci muoiono a Milano, in via Mancinelli, a pochi passi dal centro sociale Leoncavallo. L’Italia intera si commuove e si indigna. L’inchiesta parte subito, ma negli anni si scontra con mancate prove, piste interrotte e depistaggi.
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Il tempo passa e con lui anche la speranza di trovare i responsabili. L’ultima archiviazione arriva nel 2000. Il giudice parla di “elementi indiziari” legati alla destra eversiva romana, ma non bastano per accusare nessuno. Si chiude tutto in un cassetto.

Oggi qualcosa cambia. La giudice Maria Idria Gurgo di Castelmenardo accoglie la richiesta della Procura di Milano. I magistrati Francesca Crupi e Leonardo Lesti decidono di riaprire le indagini. Trovano nuovi elementi nella documentazione della Digos. Dopo 47 anni, la ricerca della verità riparte.

Le nuove piste dell’inchiesta

Gli investigatori tornano sugli atti originali. Rivedono le testimonianze, riprendono in mano le carte archiviate. In cima agli accertamenti c’è una perizia su uno scritto dattilografico: il volantino che nel 1978 rivendicava l’agguato a nome dell’Esercito nazionale rivoluzionario – Brigata combattente Franco Anselmi. Il documento venne trovato il giorno dopo i funerali, in una cabina telefonica di via Leone IV a Roma.

I pm puntano anche su una perizia comparativa tra i proiettili trovati sulla scena e quelli usati in altri delitti simili, compiuti a Roma nello stesso periodo. Il giudice Guido Salvini aveva già chiesto tempo fa di mettere a confronto quegli elementi balistici.

Tra i reperti da analizzare figura un berretto blu intriso di sangue, rinvenuto sul posto e mai attribuito alle vittime. Spunta anche una pista legata all’arma del delitto. Chi spara si muove in moto. Durante la fuga, uno degli aggressori perde una pistola. All’inizio si pensa a un revolver. Poi si parla di una Beretta calibro 7,65.

Le reazioni al caso riaperto

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, accoglie con favore la decisione. Dice: “Sono contento che la magistratura abbia deciso di riaprire le indagini per fare chiarezza e individuare i colpevoli degli omicidi di Fausto e Iaio”.

Il caso di Fausto e Iaio torna al centro dell’attenzione. I loro nomi diventano ancora una volta simbolo di una verità sospesa, ma non dimenticata.

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