
È tutto pronto in Vaticano. La Cappella Sistina è stata preparata per accogliere i 133 cardinali elettori che, da mercoledì 7 maggio, entreranno in Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco. Le prime immagini diffuse dai media mostrano un allestimento meticoloso, dove ogni dettaglio è stato pensato per garantire solennità e riservatezza al momento più delicato della vita della Chiesa cattolica: l’elezione del nuovo Pontefice.
Sotto la volta affrescata da Michelangelo, sono state predisposte le postazioni individuali con i nomi dei cardinali: piccoli banchi ordinati e ben distanziati, ognuno corredato da penna, fogli e tutto l’occorrente per la votazione. È qui che, nelle prossime ore, i porporati si confronteranno e voteranno, due volte al mattino e due al pomeriggio, fino all’attesa fumata bianca.
All’interno della Cappella è stata sistemata anche la storica stufa per le fumate. Collegata all’esterno tramite un traliccio in tubo e giunto, è da lì che usciranno i segnali di fumo: nero se il Papa non è ancora stato eletto, bianco quando la fumata annuncerà urbi et orbi il nuovo pontefice. E proprio sotto la canna fumaria si concentrano gli sguardi, i timori e le speranze dei fedeli che in tutto il mondo seguiranno con emozione le immagini trasmesse da Vatican Media.
I lavori per predisporre la Cappella e gli alloggi dei cardinali hanno richiesto giorni di lavoro e l’impiego di oltre 40 maestranze vaticane, supportate da circa 20 operai esterni. Falegnami, fabbri, pontaioli, allestitori, florieri e personale delle pulizie hanno lavorato fianco a fianco per garantire che tutto fosse in ordine. “La preparazione prevede due attività che si sviluppano contemporaneamente: la preparazione degli alloggi dei cardinali elettori e del personale di supporto da un lato, e l’allestimento della Cappella Sistina dall’altro”, ha spiegato l’ingegnere Silvio Screpanti, vice direttore del Settore Infrastrutture e Servizi del Governatorato.
E il loro lavoro non finisce qui. Nei giorni del Conclave, un gruppo selezionato di operatori – cinque elettricisti e ascensoristi, cinque termo-idraulici e due florieri – presteranno servizio in Vaticano, sottoponendosi al giuramento previsto dal protocollo. Nessun contatto con l’esterno, neppure con le famiglie: la regola del Conclave vale per tutti coloro che entrano in quella bolla.
Particolarmente impegnativo anche il lavoro di sistemazione degli alloggi: quasi 200 stanze presso la Domus Sanctae Marthae e il Collegio Etiopico sono state sgomberate, ripulite e sottoposte a revisione pittorica e impiantistica. Per alcuni giorni, i cardinali vivranno lì, in un clima di raccoglimento e isolamento, come vuole la tradizione secolare.


All’interno della Cappella Sistina, oltre all’allestimento dei banchi, è stato realizzato un pavimento flottante per livellare le superfici e agevolare la disposizione degli arredi, mentre impianti tecnologici, microfoni e telecamere sono stati sanificati e messi a punto per garantire funzionalità e discrezione. Tutto è regolato dal cerimoniale, e nulla è lasciato al caso: dalla posizione della stufa alla disposizione delle sedute, dalla collocazione della finestra dalla quale si affaccerà il nuovo Papa alla preparazione della cosiddetta “Stanza delle lacrime”. È qui, in questa sacrestia attigua alla Cappella, che il pontefice appena eletto indosserà per la prima volta la talare bianca. Tradizione vuole che vi entri da solo, visibilmente commosso, per cambiarsi in silenzio. Ad attenderlo, i paramenti: l’abito corale e la stola, simbolo del nuovo incarico appena ricevuto. Da lì, dopo qualche minuto, attraverserà i corridoi vaticani e si affaccerà dalla Loggia delle Benedizioni della basilica di San Pietro, pronunciando le prime parole al mondo intero: Habemus Papam.
Nel frattempo, il Vaicano si prepara a chiudersi ermeticamente al mondo esterno. Il Conclave inizia: da qui in poi, il tempo appartiene ai cardinali. E a Dio.