
Geppi Cucciari è tornata al Quirinale come conduttrice ufficiale dell’incontro dei candidati ai Premi David di Donatello, portando con sé l’ironia tagliente che la contraddistingue. Davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, visibilmente divertito, l’attrice ha dato vita a un momento unico nella Sala dei Corazzieri, mescolando comicità, attualità e riferimenti colti in un contesto istituzionale.
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Il tono della cerimonia, di norma formale, si è alleggerito notevolmente grazie agli interventi di Cucciari, che ha saputo bilanciare il rispetto per l’occasione con una vena satirica che ha coinvolto personalità politiche, religiose e culturali. Il tutto sotto lo sguardo complice del Capo dello Stato, che non ha nascosto la propria partecipazione emotiva e ha persino rivolto alla comica un ringraziamento personale durante il proprio discorso ufficiale.
Una cerimonia istituzionale con un tono nuovo
Durante la cerimonia, Cucciari ha scherzato con Mattarella, proponendogli ironicamente una “candidatura al pontificato” dopo l’apparizione online di un fotomontaggio che ritraeva Donald Trump vestito da Papa, definendolo “il Papa biondo”. Con eleganza e sarcasmo, ha invitato il presidente a “passare il fiume” e accettare una sfida ulteriore, regalando al pubblico un momento di ilarità ben calibrata.
Il presidente Mattarella, nel suo intervento ufficiale, ha ricambiato con una battuta che denota affetto e stima: «Grazie Geppi Cucciari, ormai esperta di questa cerimonia», riconoscendo alla conduttrice un ruolo consolidato all’interno di un appuntamento annuale sempre più seguito anche dai media generalisti.

L’ironia pungente sul ministro Alessandro Giuli
Tra gli obiettivi della comicità di Cucciari non è mancato il ministro Alessandro Giuli, presente per la prima volta al Quirinale in occasione dei David di Donatello. Con un sorriso affilato, l’attrice ha commentato: «Voglio portarle la mia solidarietà, perché molti sottolineano la sua retorica, il suo eloquio forbito, la parola che squadra da ogni lato l’animo nostro informe». Una presa in giro elegante e sofisticata, seguita da una stoccata comica: «In realtà sono sempre interventi cristallini, lei è l’unico ministro i cui interventi possono essere addirittura ascoltati al contrario come un disco dei Black Sabbath, e a volte migliorano».
Un’ironia che ha colpito nel segno, ma che il ministro Giuli ha saputo raccogliere con sportività, iniziando il suo intervento con un contrappunto scherzoso: «Un saluto a Geppi, che al contrario potrei chiamare anche ‘Ippeg’, senza fraintendimenti». Uno scambio che ha evidenziato come anche la politica, quando affrontata con intelligenza e leggerezza, possa trovare un terreno di incontro con il linguaggio della cultura e dello spettacolo.
L’importanza di uno spazio di libertà all’interno delle istituzioni
La performance di Geppi Cucciari ha ricordato quanto sia importante mantenere uno spazio di libertà espressiva anche all’interno delle cerimonie ufficiali. In un contesto come quello del Quirinale, la sua presenza ha saputo rompere i formalismi, offrendo al pubblico un linguaggio comprensibile, moderno e ironico senza mai scadere nel banale.
La comicità, soprattutto quando si muove entro i limiti del rispetto istituzionale, può rappresentare una forma di partecipazione culturale, capace di coinvolgere e far riflettere anche in ambiti apparentemente rigidi. Cucciari, con la sua abilità retorica e la padronanza dei tempi comici, ha dimostrato che si può parlare di cultura, politica e attualità anche nei luoghi del potere, senza perdere lucidità né rispetto.
In un periodo in cui il rapporto tra politica e arte è spesso messo in discussione, la cerimonia dei David di Donatello al Quirinale si conferma come un momento significativo di dialogo e apertura, in cui la voce dell’ironia diventa un prezioso strumento di connessione tra mondi solo apparentemente distanti.