
Negli Stati Uniti torna centrale la questione dei migranti irregolari. L’amministrazione americana prepara nuove misure per rafforzare il controllo delle frontiere. Il presidente Donald Trump, tornato in prima linea, rilancia il suo programma con un progetto di espulsioni di massa.
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La gestione dei migranti entra nel vivo con una serie di piani operativi. Le autorità puntano a nuovi accordi bilaterali con Paesi terzi. Gli Stati Uniti cercano destinazioni disponibili ad accogliere chi riceve un ordine di espulsione. Tra i Paesi coinvolti spunta anche la Libia, già nota per la sua instabilità politica e per le condizioni critiche nei centri di detenzione.
I trasferimenti, secondo fonti interne al governo, potrebbero iniziare a breve. La notizia arriva dal New York Times, che cita funzionari a conoscenza del piano. I voli verrebbero effettuati da aerei militari statunitensi.
Migranti in volo verso la Libia
Il progetto coinvolge un primo gruppo di migranti. Il trasferimento forzato dovrebbe avvenire tramite un volo diretto in Libia, Paese già al centro di numerose polemiche per il trattamento riservato ai migranti. Le autorità americane puntano a stringere intese per favorire l’accoglienza nei Paesi del Nord Africa.
Nell’ambito dello stesso piano, l’amministrazione Trump ha offerto un incentivo economico. Ogni migrante che accetta di “auto-deportarsi” riceverà un compenso di 1000 dollari. La somma verrà trasferita solo dopo la conferma dell’arrivo a destinazione. Il tutto verrà gestito tramite un’applicazione chiamata CBP Home, già operativa per le prime prenotazioni.
Rischi umanitari e dubbi legali
Il piano potrebbe scontrarsi con l’opinione delle corti federali. Diverse sentenze hanno già limitato iniziative simili in passato. La Libia resta un Paese instabile, segnato da conflitti interni, milizie armate e violenze diffuse. I media internazionali e le associazioni per i diritti umani hanno denunciato più volte i maltrattamenti subiti dai migranti all’interno dei centri locali.
Lo stesso Dipartimento di Stato ha emesso un avviso di livello 4 per i viaggi in Libia. Il documento invita i cittadini americani a non recarsi nel Paese a causa di “criminalità, terrorismo, mine inesplose, disordini civili, rapimenti e conflitti armati”.
Nuovi accordi con Paesi terzi
Al momento Washington non ha reso noto l’elenco completo dei migranti coinvolti. Potrebbero essere persone con precedenti penali, ma non risultano informazioni ufficiali sul loro destino una volta arrivati a Tripoli. Il progetto prevede anche contatti con altri Paesi, come Costa Rica, Panama, Ruanda, Angola e Moldavia.
La strategia dell’amministrazione Trump apre così un nuovo fronte nella lotta all’immigrazione irregolare. Ma il rischio umanitario e le implicazioni politiche restano alti.