
Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio sono due figure di spicco nel panorama mediatico italiano. Entrambi noti per il loro stile diretto e spesso polemico, hanno costruito una carriera basata sulla critica serrata a personaggi pubblici e istituzioni. Se da un lato godono di un vasto seguito per il loro coraggio nel trattare argomenti scomodi, dall’altro sono stati spesso al centro di controversie giudiziarie e mediatiche.
La loro collaborazione su Il Fatto Quotidiano ha generato articoli di grande impatto, ma anche polemiche accese. L’episodio legato a Claudio Foti rappresenta uno dei casi più emblematici in cui il confine tra informazione e diffamazione è stato messo in discussione.

La sentenza per diffamazione
Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli dovranno risarcire 65mila euro a Claudio Foti, psicologo coinvolto e poi assolto nel caso Bibbiano. La decisione del Tribunale di Torino riguarda cinque articoli pubblicati su Il Fatto Quotidiano tra il luglio 2019 e l’ottobre 2020, nei quali Foti era descritto come responsabile di un “metodo” associato al tragico suicidio della bidella sarda Agnese Usai.
Secondo la sentenza, i testi attribuivano a Foti una colpevolezza inesistente, utilizzando una narrazione «volutamente suggestiva e idonea a impressionare il lettore». La vicenda si inserisce nel contesto dell’inchiesta di Reggio Emilia “Angeli e Demoni”, che aveva portato all’arresto di professionisti accusati di manipolazioni e affidi illeciti.

Il caso Bibbiano e l’assoluzione di Foti
Claudio Foti, fondatore della onlus Hansel & Gretel, era stato condannato in primo grado nel 2021 a quattro anni di reclusione per accuse che includevano abuso d’ufficio e manipolazione di una minorenne. Tuttavia, nel giugno 2023, la Corte d’Appello di Bologna ha ribaltato la sentenza, dichiarandolo innocente. La decisione è stata confermata dalla Corte di Cassazione nell’aprile 2024, chiudendo definitivamente il caso.
L’assoluzione è stata accolta dallo stesso Foti come una vittoria della giustizia: «Hanno vinto verità e giustizia dopo quattro anni di gogna», ha dichiarato.
La tragedia di Agnese Usai
La vicenda di Agnese Usai, bidella accusata di abusi su una bambina, è un capitolo tragico collegato indirettamente al caso Bibbiano. Usai, che si è tolta la vita dopo aver ricevuto un avviso di conclusione indagini, lasciò un biglietto in cui dichiarava la propria innocenza. Nei loro articoli, Lucarelli e Travaglio avevano collegato le accuse a una presunta metodologia terapeutica attribuita a Foti, pratica che il tribunale ha ritenuto priva di fondamento.

Il commento del legale di Foti
Luca Bauccio, avvocato dello psicologo, ha definito la condanna un passo avanti per la giustizia: «L’informazione non può trasformarsi in gogna, e il diritto di critica non deve mai diventare un pretesto per colpire chi è solo un indagato, presunto innocente».