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Conte durissimo con Meloni: “Il suo silenzio su Gaza è una vergogna nazionale”

Pubblicato: 08/05/2025 13:55
Conte Meloni vergogna nazionale

Giuseppe Conte torna a puntare il dito contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, accusandolo apertamente di un silenzio complice sulla crisi in corso a Gaza. A margine dell’incontro “Stato di diritto sotto attacco” organizzato dal Movimento 5 Stelle a Genova, l’ex presidente del Consiglio ha lanciato un attacco frontale alla premier, definendo il suo silenzio di fronte all’operato di Benjamin Netanyahu come “una vergogna nazionale”.
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Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni e che ha sollevato, ancora una volta, il tema della posizione italiana sul conflitto israelo-palestinese, oggi al centro di un acceso dibattito internazionale.

Conte: “Meloni tace su un comportamento criminale”

Durante l’intervento, Conte ha parlato di una situazione ormai al limite dell’umanità, descrivendo l’azione del governo israeliano come un atto di “sistematico sterminio”. Parole pesanti, accompagnate da dati allarmanti: «Parliamo di 50.000 vittime palestinesi, ma potremmo scoprire facilmente che sono 60 o 70 mila, tra cui donne e bambini».

L’ex premier ha poi posto una domanda retorica ma carica di accusa: «Come si fa, con quale dignità ci si professa madre cristiana e si assiste a questo sistematico sterminio senza dichiarare nulla?». Il riferimento alla premier Meloni è diretto, soprattutto nella parte in cui Conte critica il presunto silenzio dettato da affinità ideologiche con il governo di destra israeliano: «Perché Netanyahu è di destra, ultra destra? Deve forse difendere ideologicamente una forza affine?».

Un attacco politico e morale

Il leader del Movimento 5 Stelle non ha solo contestato il merito dell’azione diplomatica dell’Italia, ma ha sollevato un punto più ampio, dal forte contenuto morale e simbolico. «Io mi vergogno. E come cittadino italiano non mi sento rappresentato da una premier che tace di fronte a un comportamento criminale», ha dichiarato, accusando il governo Meloni di disonorare l’Italia a livello internazionale.

L’intervento di Conte si inserisce in una cornice più ampia, in cui il dibattito pubblico sul conflitto a Gaza si fa sempre più aspro. Il leader pentastellato ha parlato anche di “invasione e occupazione” da parte di Israele, evocando uno scenario drammatico e ipotizzando una gestione della crisi che travalica i confini del diritto internazionale e della convivenza tra popoli.

Una posizione che accende lo scontro politico

Le parole di Giuseppe Conte hanno già fatto rumore, aprendo un nuovo fronte di scontro politico interno. La posizione del M5s sul tema del Medio Oriente è nota da tempo e si fonda su una linea fortemente pacifista e umanitaria, ma gli attacchi rivolti direttamente alla premier portano il dibattito a un livello superiore, in cui si intrecciano ideologia, morale e geopolitica.

Il leader pentastellato ha parlato non solo da esponente politico, ma da cittadino che si dice “non rappresentato” da un governo che a suo dire «sta distruggendo il senso di umanità». L’intervento è destinato ad accendere ulteriori riflessioni, dentro e fuori i palazzi della politica, anche in un’ottica di posizionamento internazionale dell’Italia.

Il silenzio della premier come tema politico

Il nodo principale sollevato da Conte resta quello del silenzio della presidente del Consiglio. In un contesto di emergenza umanitaria e con migliaia di vittime civili, l’assenza di prese di posizione ufficiali diventa per l’opposizione non solo un’occasione di attacco politico, ma un elemento di discussione etica e diplomatica.

Secondo il leader del M5s, il governo italiano rischia così di essere percepito come complice di una linea internazionale che non rispetta i diritti fondamentali e che, anzi, si macchia di quella che ha definito «totale follia». Parole che non passano inosservate e che pongono nuovi interrogativi su quale debba essere il ruolo dell’Italia in uno dei conflitti più drammatici e divisivi del nostro tempo.

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