
Era una di quelle giornate che sembrano fatte apposta per una corsa in moto. Il sole alto, l’asfalto caldo, l’odore del bosco etneo che filtra attraverso il casco. Giulio, 20 anni, studente universitario, aveva preso la sua due ruote per salire verso il Rifugio Citelli, lungo la Mareneve, la strada che ogni motociclista catanese conosce come il palcoscenico perfetto per respirare libertà. Era una passione, la sua. Non la sfida alla velocità, non l’incoscienza da adolescente, ma l’amore per la moto come compagna di viaggio. “Ci vediamo su all’Etna”, aveva scritto ad un amico quella mattina. Ma lassù, Giulio non ci è mai arrivato.
L’impatto frontale e la corsa dei soccorsi
Il destino ha scelto un rettilineo in mezzo ai boschi, intorno alle 13:30 di mercoledì 8 maggio, per interrompere quella corsa. La moto di Giulio Massimino, questo il nome della vittima, si è scontrata frontalmente con una Fiat Pandache procedeva nella direzione opposta, lungo la strada provinciale Mareneve, tra Sant’Alfio e il Rifugio Citelli.
Lo schianto è stato tremendo. Inutili i tentativi di rianimazione da parte del personale del 118, accorso immediatamente sul posto con il supporto dell’elisoccorso dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Per Giulio non c’era più nulla da fare: è morto sul colpo, a causa delle gravi ferite riportate.
Chi era Giulio Massimino
Originario di Acireale, Giulio era iscritto al Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A)dell’Università di Catania. Un ragazzo appassionato, impegnato, con il sorriso gentile e la voglia di fare. Partecipava attivamente alla vita universitaria e faceva parte dello staff organizzativo del Palio d’Ateneo, una delle manifestazioni più sentite dagli studenti dell’ateneo etneo. In sua memoria, gli organizzatori del Palio hanno sospeso tutte le attività previste per la giornata dell’8 maggio. Le competizioni riprenderanno domani, ma nessuno lo farà a cuor leggero.
I rilievi dei carabinieri: indagini in corso
Sulla scena dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Giarre, con il supporto del nucleo radiomobile e dei militari della stazione di Sant’Alfio. I rilievi sono ancora in corso per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente: resta da chiarire se a causare lo scontro sia stato un sorpasso azzardato, una curva mal calcolata, o magari una distrazione fatale. L’unica certezza, per ora, è l’irreparabile. Una giovane vita spezzata e una famiglia sconvolta da un lutto che lascia senza parole.
Una strada amata, ma pericolosa
La Mareneve, che da Zafferana risale l’Etna passando per Milo e Sant’Alfio, è una delle strade più amate da motociclisti, ciclisti e turisti. Panoramica, fresca anche in estate, eppure non priva di insidie: curve strette, tratti a visibilità ridotta, velocità spesso eccessive. Non è la prima volta che quella lingua d’asfalto si trasforma in trappola mortale. E purtroppo, quasi sempre, a pagarne il prezzo sono i più giovani.
Lutto nell’ateneo e il ricordo degli amici
Sui social, i messaggi di cordoglio si moltiplicano. Amici, colleghi di corso, compagni di avventure universitarie ricordano Giulio come “un ragazzo solare, pieno di energia, sempre pronto a darsi da fare”. In molti chiedono che venga intitolato a lui un momento o un trofeo del Palio, come gesto simbolico di continuità, per non dimenticare. Anche l’Università di Catania ha espresso il proprio dolore e la vicinanza alla famiglia, che in queste ore sta affrontando il dolore più atroce: quello di un figlio che non tornerà a casa.
Un casco, una moto, una strada. E il sogno interrotto di un ventenne che guardava avanti. Giulio non era un temerario. Era uno come tanti, con una passione e mille progetti.