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L’ultima scommessa di Trump: fermare l’incendio tra India e Pakistan

Pubblicato: 08/05/2025 15:08

Dietro la maschera da showman e le uscite plateali, Donald Trump continua a coltivare un’ambizione concreta: quella del deal maker globale. Dopo i fallimenti delle intese sui dazi e una mediazione fallita con Vladimir Putin, l’ex presidente americano torna a calcare il palcoscenico della geopolitica asiatica con un obiettivo complesso e ad alto rischio: raffreddare le tensioni tra India e Pakistan.
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Non è (solo) una questione di Kashmir, terra incandescente e simbolica. Il cuore vero dell’operazione si chiama Afghanistan, o meglio: l’influenza che Islamabad esercita sui talebani, ancora determinante nei delicati equilibri post-ritiro.

Il pressing silenzioso dell’intelligence Usa

La diplomazia americana si muove lontano dai riflettori, armata non di trattati ma di cavi riservati, pressioni mirate e contatti costruiti più con i generali che con i ministri. La Cia e il Pentagono, secondo fonti vicine alla Nato, hanno intensificato i rapporti con i vertici militari pakistani: non per caso, ma per calcolo. È lì che risiede il vero potere a Islamabad, in un contesto politico logoro, frammentato, instabile.

“La priorità degli americani non è il Kashmir, ma l’Afghanistan”, confessa una fonte informata. Washington ha bisogno di tenere vivo il canale con i talebani, e chiudere gli occhi sulle derive autoritarie pakistane è il prezzo che, per ora, è disposta a pagare.

Una mediazione low profile per spegnere l’incendio

Il piano che Trump starebbe accarezzando non prevede trionfalismi. Secondo indiscrezioni raccolte tra diplomatici americani, si tratterebbe di un’iniziativa bilaterale riservata, con l’obiettivo di mettere attorno a un tavolo, lontano dai riflettori, delegazioni militari di India e Pakistan. Uno sforzo per congelare il dossier Kashmir, impedendo che le provocazioni si trasformino in escalation.

Il messaggio alla leadership indiana, e a Narendra Modi in particolare, è stato chiaro: l’India ha tutto da perdere da una guerra di logoramento che oscurerebbe le sue aspirazioni globali. E se la morsa sul Pakistan è dettata dalla necessità, quella sull’India è un invito a non farsi trascinare nel gioco del fuoco.

Trump, il pacificatore (ma con secondi fini)

Dietro la maschera del mediatore si cela un intento meno nobile: impedire che l’instabilità nella regione comprometta i piani americani in Afghanistan, dove la situazione resta tutt’altro che risolta. Trump vuole tornare centrale nello scacchiere internazionale, ma lo fa, ancora una volta, giocando partite in cui gli interessi strategici prevalgono sulla coerenza diplomatica.

In questa fase, il suo obiettivo non è la pace duratura, ma l’assenza di guerra. Un equilibrio sottile, provvisorio, appeso al filo della convenienza. Ma in certi angoli del mondo, per ora è già abbastanza.

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Ultimo Aggiornamento: 08/05/2025 15:28

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