
Era una giornata come tante, ma da quel momento tutto cambiò. Una ragazzina di appena 12 anni uscì di casa e non tornò mai più. A distanza di 50 anni, la sua storia rimane avvolta nel mistero, tra omissioni, sospetti e testimonianze rimaste inascoltate per decenni.
Negli anni, la vicenda è stata inghiottita dal silenzio. Solo in tempi più recenti è tornata alla luce grazie al lavoro di giornalisti, associazioni e trasmissioni televisive. Ma il buio su quanto accadde quel giorno resta fitto, e le risposte mancano ancora.

La sparizione di Ottavia e le prime omissioni
Il 12 maggio 1975, Ottavia De Luise, 12 anni, sparì nel nulla a Montemurro, piccolo comune del Potentino. Figlia di Egidio De Luise e Luisa Guacci, era la più piccola di otto fratelli. Quel giorno, aveva detto di voler raggiungere una masseria, ma non fu mai più vista. L’ultima a incrociarla fu una donna del paese, nei pressi della parrocchia del Carmine, sulla via per Armento.

Da allora, nessuna traccia. Il caso fu archiviato in fretta, senza approfondite indagini. A lungo dimenticata, la vicenda è tornata d’attualità nel 2011 grazie al giornalista Fabio Amendolara, che ha riacceso l’attenzione sulla storia.
“Chi l’ha visto?”, condotto da Federica Sciarelli, ha dedicato diversi servizi al caso. E oggi, a distanza di mezzo secolo, l’associazione Libera continua a ricordare Ottavia con un incontro pubblico nella sala San Domenico di Montemurro.
Lettere anonime, abusi e un terribile sospetto
Secondo lettere anonime ricevute dalla famiglia dopo la scomparsa, Ottavia sarebbe stata “violentata, uccisa e nascosta in una stalla”. Le missive parlavano anche di abusi da parte di uomini del paese, voci mai confermate ufficialmente ma note anche ai carabinieri dell’epoca, che non approfondirono le accuse.
Un’altra pista è emersa solo nel 2023, quando Raffaele Pagnozzi, oggi 65enne, ha raccontato di aver sentito dire che la bambina era stata “venduta per 700mila lire”. Secondo il suo racconto, Ottavia sarebbe stata portata in un palazzo, al quinto piano, da persone che la “custodivano”. L’uomo sostiene di aver ascoltato quella frase durante una conversazione tra De Luise e un commerciante.
Una dichiarazione che, però, contrasta con la denuncia di scomparsa presentata subito dopo dal padre della bambina.