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Papa Leone si affaccia su Piazza San Pietro e piange: una scena che entra nella storia

Pubblicato: 08/05/2025 21:08

La piazza di San Pietro esplode in un istante di commozione quando, per la prima volta, Papa Leone XIV appare sul balcone centrale, le mani strette sul petto e lo sguardo velato dalle lacrime. È un’immagine che rimarrà scolpita nella memoria dei fedeli: il nuovo Pontefice, eletto poche ore prima, non trattiene l’emozione nel rendere grazie a Dio e alla Chiesa universale per il dono di guidarla.

Nel suo discorso inaugurale, Leone XIV rompe subito gli schemi del cerimoniale canonico, parlando con voce rotta ma ferma allo stesso tempo. Ringrazia “i cardinali che hanno avuto fiducia in un uomo semplice” e si rivolge “a quanti attendono nella speranza un segno di consolazione”. Ma è nel richiamo alla solidarietà concreta che il suo messaggio assume un tono inequivocabile: chiede alla Chiesa di farsi “ospedale da campo per i poveri, rifugio per gli affaticati, porta spalancata per chi cerca misericordia”.

Il nuovo Pontefice ricorda poi il valore dell’ascolto: cita il Vangelo del Buon Pastore, invitando i sacerdoti a chinarsi “sui drammi delle periferie esistenziali” e a non temere di sporcarsi le mani nell’accompagnamento di ogni singola anima. Nel passaggio dedicato ai giovani, Leone XIV esorta a un “coraggioso protagonismo”, offrendo la propria generazione “non come spettatrice, ma come costruttrice di un mondo più equo”.

Al centro del suo intervento, un appello alla pace: al termine della benedizione Urbi et Orbi, rivolge un pensiero speciale alle aree di guerra, invocando che “il grido dei popoli oppressi non rimanga inascoltato” e che la diplomazia internazionale trovi “strade di riconciliazione”.

Mentre il sole tramonta sulla basilica, la commozione del Papa diventa simbolo di un pontificato che si annuncia profondamente umano, vicino alle ferite del mondo e deciso a far risplendere, nelle tenebre del presente, la luce di un Vangelo vissuto nella quotidianità.

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