
C’era una quietezza strana nell’aria, come se qualcosa – da tempo – si stesse preparando a rompere il silenzio. Alcuni hanno parlato di un tonfo sordo, altri giurano di aver sentito il pavimento scivolare piano sotto i piedi, come una barca lenta che lascia il molo senza avvisare. I bicchieri si sono appena mossi, le tende hanno tremolato come se qualcuno, da fuori, stesse spiando con discrezione.
In certe case, quelle più esposte, si è avvertito come un respiro profondo della terra, breve ma abbastanza forte da farsi notare. Nessuno ha urlato, nessuno ha corso. Solo occhi che si cercavano, domande non dette, mani che toccavano i muri con un riflesso antico, come si fa nei paesi dove i terremoti sono memoria più che notizia.

Epicentro in Basilicata, scossa sentita anche in Puglia
È successo alle 15:33 del pomeriggio di venerdì 9 maggio: una scossa di magnitudo 2.4 è stata rilevata con epicentro a circa 1 chilometro da Balvano, nel cuore della provincia di Potenza. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il terremoto si è originato a una profondità di 8 chilometri, con coordinate di latitudine 40.6488 e longitudine 15.5002.
Il movimento, pur lieve, è stato avvertito anche in Puglia, in particolare nei centri più vicini al confine con la Basilicata. Le segnalazioni sono arrivate da Foggia, Altamura, Andria, Barletta e Trani. Non si registrano danni né a persone né a strutture.
Nessuna allerta, ma la terra non smette mai di parlare
Gli esperti parlano di un evento che rientra nella normale attività sismica dell’Appennino meridionale, un respiro geologico antico e ciclico che non smette mai davvero. La protezione civile resta comunque vigile: ogni scossa è un richiamo, ogni tremore una storia che la terra sussurra solo a chi sa ascoltarla.