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Leone XIV, cosa pensa il nuovo Papa su diritti Lgbtq+ e donne nella Chiesa: le differenze con Francesco

Pubblicato: 09/05/2025 14:40
Leone XIV Lgbtq donne

Il nuovo pontefice Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, è stato eletto 267° successore di Pietro al quarto scrutinio del conclave. Non era tra i nomi più accreditati alla vigilia, ma ha guadagnato consensi nelle ultime ore prima della fumata bianca delle 18.08 che ha annunciato al mondo il primo papa statunitense della storia. Una figura che fin da subito ha suscitato attenzione per la sua apparente moderazione, unita a una linea di continuità con papa Francesco su molti temi centrali.
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Un papa poco “yankee”, con toni critici verso la politica migratoria di Trump

Nonostante le origini americane, Leone XIV è stato definito da molti osservatori come il meno “yankee” tra i cardinali statunitensi. Una considerazione che emerge anche dal suo posizionamento rispetto a tematiche politiche sensibili, come quella dell’immigrazione.

Il nuovo papa ha mostrato insofferenza verso le politiche migratorie restrittive promosse dall’amministrazione Trump. Un esempio significativo è un post pubblicato su X lo scorso 13 febbraio da un account a lui riconducibile, in cui veniva condiviso un articolo dal titolo: “La lettera di papa Francesco, l’ordo amoris di J.D. Vance e ciò che il Vangelo chiede a tutti noi sull’immigrazione”. Un segnale, secondo molti, di sintonia con la linea bergogliana in materia di accoglienza.

Alcuni osservatori sostengono che la sua elezione possa anche essere letta come un tentativo da parte della Chiesa cattolica di influenzare o moderare le politiche trumpiane, in particolare su un tema tanto divisivo quanto urgente come quello delle migrazioni. Tuttavia, Leone XIV non ha rilasciato dichiarazioni eclatanti in merito. Suo fratello, John Prevost, ha riferito che “se ha qualcosa da dire, non resterà in silenzio a lungo”, lasciando intendere un possibile intervento futuro più esplicito.

Questioni Lgbt e diritti: tra dichiarazioni passate e aperture future

Un altro terreno sul quale si concentra l’attenzione è quello dei diritti delle persone Lgbt. La celebre frase di papa Francesco “chi sono io per giudicare?” aveva aperto una breccia significativa nel linguaggio ecclesiale, ma aveva avuto poco seguito concreto sul piano dottrinale.

Nel 2012, Prevost pronunciò parole critiche verso i media occidentali, accusandoli di promuovere “stili di vita omosessuali” e “modelli familiari alternativi”. Una posizione netta, che potrebbe essere letta come indice di conservatorismo. Allo stesso modo, si era espresso contro l’introduzione dell’insegnamento del genere nelle scuole durante il suo episcopato a Chiclayo, in Perù, dichiarando: “La promozione dell’ideologia di genere è fonte di confusione”.

Tuttavia, è difficile oggi desumere quale sarà la linea ufficiale del pontificato di Leone XIV su questi temi. Il mondo è cambiato, il pontificato di Francesco ha aperto nuovi spazi nel dibattito interno alla Chiesa, e una vecchia dichiarazione non basta per trarre conclusioni definitive. L’attenzione del nuovo pontefice potrebbe rivelarsi più sfumata rispetto al passato.

Sul sacerdozio femminile il nuovo papa resta cauto

Sul fronte del sacerdozio femminile, Leone XIV ha espresso posizioni chiare: contrario all’ordinazione delle donne, ritenendo che non rappresenterebbe una soluzione efficace e potrebbe anzi generare nuove tensioni. «Cambiare una tradizione millenaria non è scontato», aveva dichiarato alcuni anni fa.

Al tempo stesso, ha riconosciuto l’importanza della presenza femminile nella vita della Chiesa. Quando papa Francesco nominò tre donne al Dicastero per i vescovi, Prevost accolse con favore la decisione, parlando di “un contributo significativo” e definendo il punto di vista femminile “un arricchimento”. Una posizione che, pur nella continuità con la dottrina tradizionale, lascia spazio a forme di partecipazione più ampie per le donne nella struttura ecclesiale.

Una figura di sintesi per un’epoca di transizione

Il nuovo papa si presenta, dunque, come una figura di mediazione, scelta anche per pacificare le correnti interne alla Chiesa cattolica. Il suo profilo non corrisponde né al progressista né al conservatore, ma sembra inserirsi in quella zona grigia di equilibrio che da sempre caratterizza i pontificati di transizione.

Se è vero che ogni papa fa storia a sé, è altrettanto vero che la traiettoria di Leone XIV sarà osservata con attenzione non solo dai fedeli, ma anche dai governi, dai media e dalle società civili di tutto il mondo. I segnali finora emersi delineano un pontificato che potrebbe preservare l’eredità di Francesco, pur introducendo toni nuovi e forse più misurati. Ma è ancora presto per stabilire con certezza quale impronta lascerà il primo papa americano nella storia della Chiesa. Un pontefice che, come ha detto suo fratello, “non resterà in silenzio a lungo”.

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