
La storia familiare spesso nasconde sorprese inaspettate. Alcuni passano la vita senza conoscerle, altri decidono di inseguirle con pazienza e passione. C’è chi traccia alberi genealogici per pura curiosità e chi lo fa con il cuore colmo di devozione. È un’attività che unisce generazioni, che attraversa oceani e che a volte riesce a colmare distanze impossibili.
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Nelle case di chi ha vissuto a cavallo tra due mondi – America Latina ed Europa – non mancano racconti che intrecciano il destino personale con quello della collettività. E quando la fede cattolica rappresenta una colonna portante, ogni passo verso le origini assume un significato profondo. Ci sono famiglie in cui la religione è un’eredità viva, tramandata con rispetto e fierezza.
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A San Severino Marche, nell’entroterra maceratese, vive una donna che porta nel sangue un frammento di questa eredità. Il suo percorso parte da molto lontano, da un Perù che non ha mai smesso di sentire proprio. Un paese che, per caso o per destino, torna oggi al centro dell’attenzione mondiale.
La sorpresa di una vita, il Papa è cugino alla lontana

Carmen Prevost Navea ha 63 anni, è nata in Perù ed è arrivata in Italia nel 2015. Ora abita a San Severino Marche. A Tgcom24 racconta: “Non è cosa di tutti i giorni avere un Papa in famiglia”. Con voce commossa, mostra con fierezza i documenti che testimoniano la sua parentela con papa Leone XIV, da pochi giorni eletto al soglio pontificio.
Carmen afferma con sicurezza: “Lui non lo sa, ma siamo consanguinei”, spiegando che il legame di sangue passa per un bisnonno in comune. Aggiunge che aveva già tentato di incontrarlo anni fa a Lima, quando entrambi si trovavano ancora in Perù. Ora spera di riuscirci a Roma, portando con sé il lungo albero genealogico della famiglia.
Un ponte tra Perù e Vaticano
“Appartiene alla mia famiglia, è un pastore dal cuore peruviano”, continua Carmen. Racconta l’origine del loro legame, che risale a Samuel Prevost, console americano a Lima nell’Ottocento, da cui discendono due rami familiari: uno porta a lei, l’altro a papa Leone XIV. Tutto comincia ancor prima, con un colonnello inglese che si stabilì in Giamaica nel Settecento.
Carmen non nasconde l’emozione e il desiderio di presentare al Pontefice il risultato delle sue ricerche. “Attendo il documento originale dal Perù e scriverò alla Segreteria vaticana”, dice con determinazione. Intende consegnare personalmente al Papa la prova della loro parentela, nella speranza di un incontro che per lei rappresenterebbe il compimento di una vita intera dedicata alla memoria di famiglia.