
È bastato un post su Instagram per scatenare un vero e proprio polverone mediatico. Subito dopo la proclamazione di Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, è arrivata la dura presa di posizione di Fedez. Il rapper milanese, seguito da milioni di utenti, ha pubblicato una storia Instagram che ha attirato l’attenzione dei media e dei suoi follower, riaprendo il dibattito su vecchi casi legati agli abusi sessuali nel clero.
Leggi anche: Prevost, ombre e scheletri nell’armadio del nuovo Papa
Leggi anche: Leone XIV, cosa pensa il nuovo Papa su diritti Lgbtq+ e donne nella Chiesa: le differenze con Francesco
Fedez tira in ballo due vicende di presunta negligenza
Nel suo intervento, Federico Lucia, in arte Fedez, ha accusato il neo Papa di essere stato coinvolto, in passato, in due vicende particolarmente delicate. Secondo quanto scritto dal cantante, la prima risalirebbe ai primi anni Duemila, quando Prevost era provinciale agostiniano a Chicago. In quell’occasione, avrebbe dato ospitalità a un sacerdote condannato per pedofilia, il religioso Richard McGrath.
“Due vicende legate agli abusi sessuali del clero hanno toccato la figura di Prevost. – ha scritto il rapper sui social – La prima risale ai primi anni 2000, quando, da provinciale agostiniano a Chicago, fu coinvolto in un caso di ospitalità a un sacerdote già condannato per pedofilia. Più recentemente, durante il suo episcopato a Chiclayo (Perù), è stato accusato di aver gestito con scarsa trasparenza un’indagine su due sacerdoti accusati di molestie. La diocesi ha replicato che Prevost seguì le corrette procedure canoniche, ascoltò le vittime e trasmise i dossier al Dicastero per la Dottrina della Fede. Amen“.
La seconda vicenda riguarda il periodo in cui Prevost era vescovo a Chiclayo, in Perù, dove avrebbe gestito con scarsa trasparenza un’indagine interna su due sacerdoti accusati di molestie sessuali. I fatti, secondo Fedez, risalgono al 2020 e coinvolgerebbero le sorelle Ana Maria Quispe Diaz, Aura Teresa e Juana Mercedes, che denunciarono di aver subito abusi tra il 2006 e il 2010. In quel caso, il vescovo avrebbe consigliato alle vittime di rivolgersi alle autorità civili, senza attivare un’indagine canonica.
La reazione del Vaticano e il centro per le vittime
A fronte di queste accuse, la Diocesi di Chiclayo e i collaboratori del Papa hanno più volte ribadito che Prevost seguì le corrette procedure canoniche, ascoltò le presunte vittime e trasmise i dossier al Dicastero per la Dottrina della Fede. Inoltre, viene ricordato che Papa Leone XIV, allora ancora vescovo, fu promotore dell’apertura del primo centro di ascolto per le vittime di abusi in Perù. In seguito, da cardinale, fu anche a capo della Commissione Episcopale per la Protezione dei Minori, un ruolo centrale nella lotta contro le violenze nella Chiesa.

Le reazioni al post di Fedez
Il post di Fedez ha avuto un impatto immediato sui social. Con toni sarcastici e diretti, il rapper ha chiuso il suo intervento con un “Amen” che non ha lasciato spazio a dubbi sulla sua opinione. La frase ha sollevato centinaia di commenti, tra chi sostiene la necessità di fare luce su ogni responsabilità e chi invece difende la figura del nuovo Papa, parlando di strumentalizzazioni mediatiche.
Le accuse mosse da Fedez rievocano un dibattito profondo e mai del tutto sopito sull’efficacia delle procedure interne della Chiesa cattolica nei confronti dei crimini commessi da membri del clero. In particolare, si torna a discutere della distanza tra la trasparenza richiesta dall’opinione pubblica e quella che la Chiesa è disposta a concedere nel rispetto delle norme canoniche.
Leone XIV e l’eredità di Papa Francesco
L’elezione di Robert Francis Prevost come Papa Leone XIV è avvenuta in un momento storico complesso per la Chiesa. Successore di Papa Francesco, da sempre simbolo di apertura e vicinanza agli emarginati, Leone XIV eredita un pontificato impegnato su molti fronti, tra cui proprio quello della lotta agli abusi e della riforma interna delle istituzioni vaticane.
Il fatto che sia stato il primo Pontefice americano nella storia della Chiesa cattolica ha generato entusiasmo in molte aree del mondo, ma anche attenzioni e scrutinio sulle sue scelte passate. Fedez, con il suo messaggio, ha semplicemente anticipato una questione che, con ogni probabilità, sarà al centro del dibattito pubblico nei prossimi mesi: quale sarà la linea di Leone XIV sui crimini del clero?
Una Chiesa tra riforme e ombre del passato
La questione sollevata da Fedez non è nuova, ma torna a bruciare di attualità con il cambio al vertice della Chiesa. Le accuse ai membri del clero, il ruolo delle autorità ecclesiastiche e la lentezza percepita nel punire i colpevoli continuano a generare sfiducia e polemiche.
Il pontificato di Leone XIV, ancora agli inizi, dovrà fare i conti non solo con le sfide del presente, ma anche con le ombre del passato che sembrano già tornare a farsi sentire. Le parole del rapper hanno toccato un nervo scoperto e dimostrano, ancora una volta, quanto sia fragile la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti della gestione ecclesiastica degli scandali.
Se Leone XIV vorrà consolidare il proprio ruolo, dovrà rispondere con fatti e trasparenza, prima che le accuse social diventino parte integrante del suo pontificato.