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Prevost diventa Leone XIV: perché i Papi cambiano nome?

Pubblicato: 09/05/2025 17:40

Alle 7:35 del 21 aprile 2025 si è chiuso il pontificato di Papa Francesco. Con emozione e attesa, la Chiesa cattolica ha accolto il suo successore: Robert Francis Prevost, missionario statunitense e già prefetto del Dicastero per i Vescovi, è stato eletto Papa e ha scelto il nome di Leone XIV. Con lui si apre un nuovo pontificato che intreccia spiritualità pastorale, esperienza missionaria e attenzione alle Chiese locali.

La sua elezione rappresenta una continuità con l’impegno per una Chiesa vicina alla gente, ma anche una nuova direzione nel solco delle riforme avviate da Francesco. Così come Bergoglio è diventato Papa Francesco, anche Prevost ha scelto Leone XIV. Qual è il vero motivo per il quale i cardinali che diventano Papa cambiano il nome? Si tratta di una tradizione molto antica.

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Un pontefice figlio della missione

Nato a Chicago nel 1955, Robert Prevost ha dedicato gran parte della sua vita al servizio della Chiesa in America Latina, in particolare in Perù, dove ha operato come missionario e poi vescovo per oltre vent’anni. Uomo di dialogo e azione, è stato chiamato da Papa Francesco a Roma per guidare uno dei dicasteri più strategici della Curia. Nel 2023 è stato creato cardinale. Colleghi e osservatori lo descrivono come un leader dal profilo internazionale, capace di coniugare pragmatismo, ascolto e visione ecclesiale. Il suo nome era tra i papabili già prima dell’inizio del conclave. Oggi è diventato il primo Papa agostiniano della storia.

Perché i papi cambiano nome

Il nome scelto da Prevost, Leone XIV, non è casuale. La tradizione vuole che ogni nuovo pontefice cambi nome all’atto dell’elezione. Si tratta di un segno di rinuncia alla propria identità personale in favore del servizio universale alla Chiesa. Ma la pratica nacque per necessità: il primo a cambiare nome fu Mercurio, eletto nel 533, che non ritenne opportuno guidare la Chiesa con il nome di un dio pagano e optò per Giovanni II. Da allora la scelta del nome è diventata una consuetudine densa di significato, come spiegano fonti storiche autorevoli come la Catholic Encyclopedia.

Leone XIV: un nome antico per tempi nuovi

Con il nome Leone, Prevost richiama una figura forte del passato, come Leone I (il Magno), che difese Roma dalle invasioni barbariche, e Leone XIII, noto per la sua enciclica sociale Rerum Novarum. La scelta del numero XIV, mai usato dal 1903 a oggi, segna un ritorno a una tradizione classica con lo sguardo rivolto al futuro. Si tratta di un messaggio sottile ma chiaro: forza pastorale, radici dottrinali e apertura alle sfide globali. «Il nome è anche un omaggio al coraggio e alla dottrina», ha commentato un membro del Collegio cardinalizio presente in Conclave.

I nomi più scelti nella storia del papato sono Giovanni (23 volte), Gregorio e Benedetto (16), Clemente (14), Leone (14, ora 15), Innocenzo (13) e Pio (12), tutti segni di una memoria che si rinnova nel tempo. La scelta di Leone XIV inserisce Papa Prevost in una linea storica di pontefici riformatori e pastori. La sua elezione è il frutto di una vita spesa tra i popoli, nelle periferie, nelle diocesi in difficoltà, e oggi portata al cuore della Chiesa universale. Un inizio carico di aspettative, ma anche di simboli: un Papa con i piedi ben piantati nella tradizione e lo sguardo aperto al mondo.

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