Vai al contenuto

Violenze sessuali in ospedale, il primario intercettato e filmato dagli inquirenti

Pubblicato: 09/05/2025 08:46
ospedale Piacenza primario intercettato

Nel seminterrato dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, la porta di una stanza è stata sigillata come una scena del crimine. Dietro quella porta si sarebbe consumato, per anni, un inquietante intreccio di abusi di potere, relazioni extraconiugali e comportamenti inappropriati. Il protagonista è un medico insospettabile: il professor Michieletti, primario di Radiologia, stimato da colleghi e pazienti, ma ora al centro di un’inchiesta che scuote profondamente l’ambiente sanitario piacentino.
Leggi anche: “Costringeva infermiere e dottoresse”. Orrore nell’ospedale italiano, cosa faceva il primario: arrestato

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno installato telecamere nascoste e microspie all’interno dell’ufficio del primario. Il materiale raccolto documenta in modo dettagliato ciò che avveniva oltre quella soglia: approcci sessuali quotidiani, conversazioni ambigue, e un uso del potere per ottenere prestazioni intime. Gli inquirenti parlano di 32 episodi tra avances e rapporti completi registrati in 45 giorni, esclusi weekend e giorni di assenza.

Un clima di paura e silenzi nel reparto di Radiologia

Le registrazioni ambientali non lasciano spazio a dubbi. Il professor Michieletti avrebbe utilizzato l’altoparlante per convocare in stanza donne medico, infermiere e ausiliarie, senza fare distinzioni di età o ruolo. In molti casi si trattava di rapporti consensuali, ma la posizione di potere del primario e il contesto lavorativo pongono serie domande su quanto effettivamente libere fossero le decisioni delle donne coinvolte.

Secondo fonti interne, all’interno del reparto si sarebbe instaurato un clima omertoso, alimentato da timori legati a possibili ritorsioni. Turni disagiati, ferie negate, minacce velate: così il medico avrebbe fatto valere la sua autorità per impedire denunce. Alcuni colleghi lo descrivono come un “bell’uomo consapevole del proprio fascino”, altri negano categoricamente di aver notato anomalie, ma le registrazioni raccontano una storia diversa.

Una denuncia coraggiosa ha fatto partire l’inchiesta

A rompere il silenzio è stata una dottoressa, che per prima si è rivolta alla direzione dell’Ausl di Piacenza e poi alla polizia. Poco dopo, un’altra donna ha presentato denuncia, salvo poi ritrattare. Nonostante questo, l’azienda sanitaria ha licenziato Michieletti per giusta causa, senza attendere l’esito dell’indagine penale. Ora si attende la probabile sospensione dall’Ordine dei medici.

Le indagini sono coordinate dalla procuratrice capo Grazia Pradella, che ha evidenziato come i primi episodi risalgano a 15 anni fa, con una costanza nel tempo che solleva interrogativi anche su eventuali coperture interne. Molti testimoni, pur convocati, hanno negato l’evidenza, perfino davanti a registrazioni audiovisive. Per questo verranno richiamati per ulteriori accertamenti.

Il medico si avvale della facoltà di non rispondere

Durante l’interrogatorio di garanzia, il dottor Michieletti si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale, Massimiliano Casarola, ha dichiarato che prima di rilasciare qualsiasi dichiarazione è necessario acquisire copia integrale degli atti d’indagine.

L’inchiesta, che sta scuotendo la sanità locale, mette al centro non solo le condotte personali del primario, ma anche la responsabilità del sistema nel garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi. Il rischio, evidente, è che figure con grande autorità possano abusare della loro posizione, celati dietro l’apparenza della competenza e della stima professionale. Ora spetterà alla magistratura stabilire la verità, ma quanto emerso sinora lascia pochi dubbi sulla necessità di una profonda riflessione sul potere e sul silenzio nei luoghi di lavoro, in particolare laddove la gerarchia può diventare strumento di coercizione.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure