Vai al contenuto

Zio massacra nipotino di 5 anni, poi si giustifica in modo assurdo: “L’ho fatto per un motivo”

Pubblicato: 09/05/2025 16:14

Quando manca una guida, quando i legami si spezzano, spesso resta solo il silenzio. La storia di Yosuar inizia molto prima del suo ultimo giorno. Una madre in carcere. Un padre lontano. Un bambino affidato allo zio. E una vita che scorre tra difficoltà e assenze. Nessuna festa, nessuna foto scolastica appesa sul frigorifero. Solo giorni da superare, uno dopo l’altro.
Leggi anche: Italia, bimbo di 5 anni vaga in strada: in casa il ritrovamento agghiacciante

Le scuole in Colombia terminano l’anno con una valutazione. I bambini ricevono una pagella. Molti genitori la leggono, commentano, incoraggiano. Alcuni si arrabbiano. Altri ci ridono sopra. Ma in certe case, anche un voto può diventare una sentenza. E trasformarsi in violenza.

La fragilità familiare apre spesso la strada al dolore. Senza la madre accanto, senza il padre vicino, Yosuar cresce tra pareti spoglie e parole dure. Ogni giorno attende un gesto di affetto, un gioco, un abbraccio. Invece, in quella casa, arrivano solo rimproveri. E poi succede l’irreparabile.

Muore un bambino di 5 anni: punito con dieci frustate

Il piccolo Yosuar Smith Cabrera, cinque anni, è morto dopo una punizione inflitta dallo zio. L’uomo, James Alberto Caicedo, 38 anni, lo ha colpito con una cintura. Dieci frustate. Poi gli ha ordinato di andare a lavarsi. Ma Yosuar non rispondeva più. Era già crollato sul pavimento.

Lo zio ha tentato di portarlo in ospedale. Ma i medici del San Antonio de Padua, in Colombia, hanno solo potuto constatare la morte. Il referto parla di lesioni gravi su torace, addome e arti. Ferite compatibili con percosse violente. Lo ha confermato anche il vicedirettore dell’ospedale, César González. Le parole sono dure come pietra: “Non c’erano più segni vitali”.

L’arresto dello zio e un funerale senza la madre

Caicedo è stato arrestato. L’accusa è omicidio. Aveva precedenti per traffico di droga e possesso illegale di armi. Le autorità lo hanno condotto in carcere dopo l’interrogatorio. La madre di Yosuar, ancora detenuta, non ha potuto partecipare al funerale del figlio.

La vicenda ha colpito l’opinione pubblica. In tanti chiedono giustizia per Yosuar. Altri si interrogano sulle responsabilità familiari e istituzionali. Un bambino di cinque anni non dovrebbe mai morire per un voto. Mai restare solo in un mondo così crudele.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure