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Il Pakistan risponde ai raid indiani facendo “muro”: escalation letale

Pubblicato: 10/05/2025 08:49

Le relazioni tra due storici rivali della regione asiatica si sono nuovamente inasprite, portando il confronto a un livello di tensione tra i più alti degli ultimi decenni. In un clima già segnato da sfiducia e reciproche accuse, un nuovo episodio militare ha acceso l’allarme della comunità internazionale.

Dopo un attacco precedentemente sferrato contro obiettivi ritenuti “ostili”, il governo di Islamabad ha deciso di passare al contrattacco. Le operazioni condotte in risposta sono state presentate come una reazione proporzionata, con l’obiettivo dichiarato di ristabilire l’equilibrio strategico nella regione contesa.

L’operazione “Bunyanun Marsoos” e gli obiettivi colpiti

Le forze armate del Pakistan hanno lanciato quella che è stata definita una rappresaglia “occhio per occhio”, mirata contro installazioni militari strategiche del vicino. A essere colpite sono state la base aerea di Udhampur e l’aeroporto di Pathankot. Il comando militare ha battezzato la missione con il nome “Bunyanun Marsoos”, espressione tratta da un versetto del Corano che significa “muro indistruttibile”.

Gli attacchi hanno avuto ripercussioni gravi, in particolare nella città di Jammu, dove si segnalano almeno cinque vittime e blackout diffusi. Le autorità indiane hanno reagito segnalando il movimento di truppe pakistane verso le aree di confine, interpretando il fatto come un potenziale preludio a ulteriori scontri.

Preoccupazione per un’escalation nucleare

A preoccupare maggiormente è stato l’annuncio di una riunione dell’Autorità di Comando Nazionale convocata dal primo ministro Shehbaz Sharif. Questo organismo è responsabile della supervisione e del controllo dell’arsenale nucleare del Paese e si riunisce solo in occasioni straordinarie. «Non ci piacerebbe vedere che la soglia nucleare venisse superata», ha dichiarato Ahsan Iqbal, ministro per la Pianificazione e lo Sviluppo.

Obiettivi strategici sotto attacco

Tra gli obiettivi colpiti dalle forze pakistane figura anche il deposito di missili BrahMos a Beas, considerato un punto nevralgico da cui erano stati lanciati attacchi nei giorni precedenti. Sono stati inoltre bombardati un quartier generale militare a KG Topun deposito di rifornimenti a Uripostazioni d’artiglieria a Derangyari e un sito missilistico a Nagrota.

L’appello internazionale

Di fronte alla gravità della situazione, i Paesi del G7 hanno richiesto una “de-escalation immediata”, invitando entrambi i governi a “esercitare la massima moderazione” e a riavviare il dialogo per evitare un conflitto che minaccia l’intera stabilità regionale.

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