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Shock alla radunata degli alpini, gesto sconvolgente: cosa hanno fatto

Pubblicato: 10/05/2025 18:33

Un episodio destinato a far discutere ha scosso il clima di una manifestazione nazionale, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media. In un momento che avrebbe dovuto celebrare l’unità e i valori condivisi, una scelta musicale controversa ha riaperto vecchie ferite legate al passato storico italiano.

La vicenda, diffusa rapidamente grazie ai social media, ha suscitato una forte reazione da parte di cittadini, associazioni e forze politiche. Molti si sono chiesti come sia possibile che, in contesti istituzionali o celebrativi, emergano ancora elementi riconducibili a ideologie superate e condannate dalla storia.

Scoppia la polemica a Biella

Scoppia la polemica a Biella durante il primo giorno dell’adunata nazionale degli alpini. Venerdì sera, dagli altoparlanti in piazza sono state trasmesse le note di “Faccetta nera”, inno della propaganda fascista. L’episodio, immortalato in un video circolato sui social e rilanciato da quotidiani come La Stampa e Repubblica, ha mostrato decine di persone intonare la controversa canzone, suscitando indignazione.

Reazioni politiche e indignazione pubblica

L’accaduto ha provocato dure critiche, in particolare dal Movimento 5 Stelle (M5s). In una nota congiunta, Giuseppe Paschetto e Karim El Motarajji, rispettivamente coordinatore provinciale e consigliere comunale di Biella del M5s, hanno condannato l’episodio:

“Condanniamo con forza i canti fascisti risuonati a Biella, inneggianti alle turpi imprese coloniali del regime in Africa. Le note di Faccetta nera sono una vergogna per la città medaglia d’oro per la Resistenza. Ci aspettiamo una unanime condanna da parte di tutte le forze politiche e una presa di posizione da parte del Comune e dell’Ana. Gli alpini che si sono impegnati anche nella guerra di Liberazione non meritano tali inqualificabili atteggiamenti.”

La memoria storica sotto accusa

L’episodio solleva interrogativi sulla memoria storica e sull’uso di simboli legati al fascismo in contesti pubblici. Biella, città insignita della medaglia d’oro per la Resistenza, diventa teatro di un episodio che riapre il dibattito sulla necessità di condannare ogni forma di apologia del fascismo. Il silenzio o la mancata condanna da parte di alcune istituzioni rischia di amplificare il senso di sdegno tra i cittadini e le forze politiche.

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