
Un messaggio breve, carico di affetto e nostalgia: «Ciao mamma, ho voglia di tornare. Ti voglio bene, tanto tanto». Sono queste le ultime parole che Alessandro Coatti, 38 anni, biologo italiano di Alfonsine, in provincia di Ravenna, ha inviato alla madre Sandra Lovato prima della sua tragica morte in Colombia. Nel giorno della festa della mamma, la donna ha condiviso il messaggio sui social, accompagnandolo con un ricordo struggente: «Anche io Alessandro».
Coatti è stato brutalmente ucciso a Santa Marta, dove si trovava per motivi di lavoro e volontariato. Il suo corpo, ritrovato più di un mese fa, era stato smembrato, rendendo necessario il ricorso ad accertamenti medico-legali per l’identificazione e ritardando il rientro della salma in Italia.

Una trappola orchestrata online
Secondo le indagini della polizia colombiana, Alessandro sarebbe stato adescato sulla piattaforma di incontri Grindr, probabilmente tramite un profilo falso. Qui, la banda responsabile dell’omicidio lo avrebbe drogato con scopolamina, una sostanza nota per i suoi effetti inibitori, al fine di rapinarlo. Il tentativo di estorcergli le credenziali bancarie sarebbe degenerato in un brutale omicidio.
La polizia ha individuato lo stabile abbandonato nel quartiere di San José del Pando dove è avvenuto il delitto. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati tre telefoni cellulari, tra cui quello della vittima, un errore commesso dai responsabili che ha aiutato gli investigatori a ricostruire i fatti.

I sospettati e l’attesa della giustizia
Quattro persone sono state identificate come responsabili: tre uomini e una donna, presumibilmente membri di una banda specializzata nell’adescare e derubare turisti. Tuttavia, nonostante le indagini abbiano fatto significativi progressi, nessun arresto è stato ancora eseguito.
La madre di Alessandro, che nei giorni successivi alla tragedia aveva scritto: «Mi manchi da morire, mi manca l’aria per respirare», continua a utilizzare i social per dare voce al dolore della famiglia. Anche lo zio, Gianni Coatti, ha raccontato lo strazio che ha colpito i suoi cari: «Un dolore che ci porteremo dentro ogni giorno della nostra vita».
Il ricordo di Alessandro
Alessandro Coatti era un ricercatore appassionato, con un brillante percorso accademico alle spalle: studi alla Normale di Pisa, un incarico a Londra e una forte dedizione al volontariato in Sudamerica. Nonostante le preoccupazioni della famiglia, che lo aveva invitato a non andare in Colombia, il biologo aveva deciso di trasferirsi a Santa Marta, un luogo che amava e dove sperava di costruire un futuro.
Ora, mentre si attende il rimpatrio della salma per poter celebrare il funerale, la comunità di Alfonsine si stringe attorno alla famiglia, tra il dolore della perdita e la speranza che giustizia venga presto fatta.