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Corpo carbonizzato, mamma di cinque figli trovata così: cosa è successo

Pubblicato: 11/05/2025 14:57

L’asfalto tremava appena, nel calore del mattino. Le prime auto passavano lente, sfiorando quel distributore solitario sulla provinciale. Tutto sembrava immobile, come se il tempo avesse deciso di sospendere ogni cosa per qualche minuto. Un’auto parcheggiata da troppo. Nessuno intorno. E poi, d’improvviso, una fiamma che si apre come una bocca.

All’inizio è solo un bagliore, un odore acre che si sparge nell’aria. Poi il fuoco prende tutto, divora la macchina e ciò che c’è dentro, lasciando solo fumo nero e un senso di vuoto inspiegabile. Chi ha visto, non dimenticherà. Chi è arrivato dopo, ha trovato un mondo già in cenere.

A bruciare in quella Fiat Punto, sul piazzale della Lukoil in contrada San Benedetto, tra Aragona Caldare e Favara, in provincia di Agrigento, c’era una donna di 41 anni, madre di cinque figli. Il suo corpo è stato trovato carbonizzato accanto al veicolo, quando ormai le fiamme si erano placate. Un’immagine che nessun soccorritore avrebbe voluto vedere. Una fine che nessuno riesce a spiegare.

Le dinamiche dell’accaduto

Secondo le prime ricostruzioni fornite dai carabinieri della tenenza di Favara, la donna si era fermata al distributore per fare rifornimento. Sarebbe scesa dall’auto e, nel momento in cui ha preso l’erogatore, una fiammata improvvisa avrebbe avvolto lei e il veicolo. Non è ancora chiaro se si sia trattato di un evento accidentale o di un gesto volontario, ma le autorità escludono il coinvolgimento di altre persone.

Sul luogo della tragedia sono intervenuti i soccorritori, ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Il corpo carbonizzato è stato trasferito al cimitero di Favara, mentre l’intera area del distributore è stata posta sotto sequestro per permettere lo svolgimento delle indagini.

Ipotesi e dolore

Le telecamere di sorveglianza del distributore saranno esaminate nei prossimi giorni per chiarire le dinamiche di un evento che ha lasciato l’intera comunità in profondo silenzio. Le prime ipotesi parlano di un corto circuito o di una tragica fatalità, ma non si esclude l’ipotesi di un suicidio, un gesto estremo maturato nella solitudine e nel dolore.

Favara, intanto, si raccoglie attorno ai cinque figli della donna, che ora si trovano di fronte a una perdita incolmabile. Il silenzio della comunità è quello di chi non sa dare spiegazioni, di chi si ferma di fronte a una tragedia che segna non solo una famiglia, ma l’intero tessuto sociale. Le indagini continuano, ma per chi resta, il dolore corre più veloce della giustizia.

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Ultimo Aggiornamento: 11/05/2025 17:01

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