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Leone XIV, il nuovo Papa lo ha fatto davvero: “Tolti i sigilli!

Pubblicato: 11/05/2025 15:49

Un momento solenne ha segnato la mattinata, migliaia di fedeli si sono riuniti per assistere alla recita del Regina Caeli presieduta da papa Leone XIV. L’atmosfera, carica di emozione e raccoglimento, ha accompagnato uno degli atti simbolici più significativi per la Chiesa Cattolica, il ritorno ufficiale all’utilizzo dell’appartamento papale del Palazzo Apostolico.

Il rito della riapertura degli appartamenti papali è una tradizione che si ripete ogni volta che un nuovo pontefice prende possesso del proprio ruolo. Questo gesto rappresenta non solo l’inizio ufficiale della vita quotidiana del papa all’interno delle mura vaticane, ma anche un passaggio fondamentale nella continuità della missione pastorale della Chiesa.

Una cerimonia solenne con le alte cariche vaticane

Alla cerimonia erano presenti alcune delle più alte cariche della Santa Sede, tra cui il Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il cardinale Kevin Joseph Farrell, il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, il sostituto per gli Affari Generali, monsignor Edgar Peña Parra, e il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, monsignor Paul Richard Gallagher. Non mancava il reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza.

Un passo simbolico verso il nuovo pontificato

La rimozione dei sigilli dall’appartamento papale segna un passo importante nel nuovo pontificato di Leone XIV, insediatosi di recente dopo il conclave che ha seguito il lutto per la scomparsa di Papa Francesco. Questa tradizione simboleggia l’inizio ufficiale del mandato del nuovo pontefice all’interno delle stanze che ospitano il cuore amministrativo e spirituale della Chiesa Cattolica.

L’evento sottolinea il clima di rinnovamento che accompagna ogni inizio di pontificato, con un’attenzione particolare alla continuità e alla solennità della transizione.

Palazzo Apostolico, ecco com’è l’appartamento papale

La riapertura dell’appartamento papale segna anche l’inizio di una fase di ristrutturazione. Come avviene in tutte le case quando arriva un nuovo inquilino, anche per i papi è consuetudine eseguire lavori di ammodernamento e personalizzazione. Le pareti vengono rinfrescate, i mobili sostituiti o adattati, e gli ambienti riorganizzati secondo le esigenze del nuovo pontefice.

Essendo l’appartamento sigillato alla morte del papa precedente, è solo il nuovo pontefice a poter rompere i sigilli, un gesto che Leone XIV ha compiuto ieri, subito dopo la recita del Regina Coeli. Ora le maestranze incaricate dei lavori possono finalmente accedere agli spazi per iniziare gli interventi necessari.

La scelta di Leone XIV e la tradizione

Tutto lascia pensare che Leone XIV abbia deciso di abitare nell’appartamento del Palazzo Apostolico, a differenza del suo predecessore, Papa Francesco, che per 12 anni ha vissuto nella suite di Casa Santa Marta. Questa scelta sottolinea un ritorno alla tradizione, con il nuovo pontefice che intende risiedere nel luogo storico del potere papale.

L’appartamento papale si compone di dieci ampie stanze, tra cui uno studio privato, una camera da letto, una cappella e, a partire da Giovanni Paolo II, una suite medica per interventi d’urgenza. Include anche un giardino pensile e gli alloggi per le suore benedettine tedesche che gestiscono la Prefettura della Casa Pontificia. Non manca la celebre finestra sulla Piazza San Pietro, da cui il papa si affaccia ogni settimana per l’Angelus.

Un luogo carico di storia

Prima dell’Unità d’Italia, dal 1605 al 1870, i pontefici risiedevano al Quirinale. Pio IX fu l’ultimo papa ad abitare in quella sede, prima che il palazzo diventasse la residenza ufficiale del re d’Italia e poi del presidente della Repubblica. Questo dettaglio storico aggiunge ulteriore fascino all’appartamento papale del Palazzo Apostolico, che continua a rappresentare il cuore pulsante della Chiesa e della vita del pontefice.

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