
Nel cuore della Città del Vaticano, lontano dagli sguardi curiosi dei turisti in fila per i Musei, si cela un angolo inaspettato di sport e tranquillità. In un luogo dove la solennità e la spiritualità sono la norma, spicca un elemento inusuale: un campo da tennis. Non tutti sanno che dietro le alte mura del minuscolo Stato c’è spazio anche per una passione decisamente terrena.
Passeggiando su viale Vaticano, basta fare una cinquantina di passi verso via Leone IV e alzare lo sguardo: una recinzione metallica alta protegge la zona. Ma non serve a contenere chi gioca. Serve piuttosto a impedire che una pallina colpisca qualche passante in coda sotto il muro. Perché proprio lì dietro si trova quello che molti definiscono scherzosamente il “centrale” del Vaticano, ora ufficialmente accessibile anche a Papa Leone XIV.

Il campo segreto del Pontefice tennista
Il rettangolo di gioco in terra rossa non è esattamente un mistero per chi vive o lavora nella Santa Sede. Tuttavia, come ha riportato di recente un noto quotidiano statunitense, è la prima volta che un Pontefice ne fa uso personale. Leone XIV, appassionato di tennis, si era già definito “un più che discreto giocatore dilettante” in un’intervista del 2023. Ora, da Papa, ha praticamente libero accesso a questa oasi sportiva.
Collocato accanto a un’ala dei Musei Vaticani – la stessa dove si è tenuto il noto processo sul palazzo londinese di Sloane Avenue – il campo ha una storia vivace. Dagli anni Settanta ha ospitato partite tra cardinali, guardie svizzere e persino tornei come il “Torneo dell’Amicizia” del 1978, vinto da Giovanni Battista Re, allora semplice sacerdote e oggi decano del collegio cardinalizio. In quella edizione, Re superò in finale il gesuita Roberto Tucci, futuro cardinale.
Negli anni, le sfide tra prelati si sono diradate e il torneo è stato abbandonato, fino alla riattivazione nel 2008 da parte dello staff dei Musei Vaticani. Chissà se ora, con un Papa appassionato di racchetta, torneranno anche i tornei clericali. Il racconto del futuro Leone XIV sul sito dell’Ordine Agostiniano lo conferma: “Da quando ho lasciato il Perù, ho avuto poche occasioni di praticare il tennis, per cui non vedo l’ora di tornare in campo”. E oggi può farlo, protetto dai muri del Vaticano.