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Bayesian, l’ipotesi: un vetro rotto causa dell’affondamento, acqua a bordo prima della tempesta

Pubblicato: 12/05/2025 08:13
Bayesian vetro rotto affondamento

Il naufragio del Bayesian, il veliero ipertecnologico considerato “inaffondabile”, continua ad alimentare una fitta rete di speculazioni. Dalla Spectre ai servizi segreti, passando per l’intrigo internazionale, fino alla recente morte del sub olandese tra le lamiere del relitto, gli elementi di mistero non mancano. Ma dietro l’affondamento che ha coinvolto anche il magnate britannico Mike Lynch, uno dei volti più potenti dell’industria high tech mondiale, potrebbe nascondersi una causa molto più ordinaria di quanto si immagini.
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Un guasto prima della tempesta

L’ultima pista investigativa si concentra su un possibile guasto tecnico che avrebbe colpito lo yacht prima di arrivare nella rada di Porticello, dove lo scorso 19 agosto è affondato con sette persone a bordo. Secondo questa ipotesi, una falla in uno dei compartimenti – forse quello della sala macchine o l’adiacente sezione di poppa – avrebbe consentito l’ingresso di acqua, rendendo la tempesta solo una concausa dell’affondamento.

Un elemento chiave su cui si concentrano le indagini è la presenza di un vetro interno crepato, ripreso in un video girato dai sub all’interno del relitto. Si tratta della finestra antisfondamento tra la sala macchine e la control room: la sua superficie, crepata a ragnatela ma non rotta, risulta bombata verso la control room, suggerendo che l’acqua abbia invaso la sala macchine ma non l’ambiente di controllo. Questo fenomeno è spiegabile con la cosiddetta pressione idrostatica, considerata ora un punto fermo dell’inchiesta.

Un mistero a compartimenti stagni

I pubblici ministeri di Termini Imerese, Concetta Federico e Raffaele Cammarano, insieme al loro consulente, l’ingegnere navale Alessandro Biriaco, e alla Guardia Costiera, stanno indagando con discrezione. Il quesito cruciale rimane: da dove è entrata l’acqua in sala macchine, se la porta stagna della control room è risultata chiusa?

Secondo chi conosce a fondo il Bayesian, esiste un secondo ingresso stagno. Era aperto durante la navigazione? Le verifiche svolte finora mostrano che tutti i portelloni erano chiusi e lo scafo appare integro, così come non sono emerse anomalie nella chiglia basculante, inizialmente sotto accusa. Tuttavia, una zona rimane ancora inesplorata: la fiancata destra, appoggiata sul fondale. Solo con il recupero completo del veliero, previsto non prima del 25 maggio, sarà possibile capire se vi sia uno squarcio nascosto o se si sia trattato di una rottura interna a un componente cruciale, come gli assi delle eliche, il timone o una presa a mare.

Il blackout dell’albero e l’enigma del generatore

Un altro elemento tecnico al vaglio è l’albero maestro, alto 72 metri, tra i più grandi al mondo. Nella notte del naufragio, era illuminato, ma durante la tempesta – ancora in piedi – si è spento improvvisamente. «È saltato il gruppo elettrogeno nella sala macchine», spiegano fonti investigative. Un dettaglio rilevante, soprattutto perché l’albero risultava inclinato già prima della tempesta, pur in assenza di vento. Perché pendeva?

Un salvataggio a metà e le responsabilità da chiarire

Ulteriori interrogativi sorgono dal confronto tra il destino del Bayesian e quello del Sir Robert Baden Powell, il veliero olandese ormeggiato accanto, che non ha riportato alcun danno. Il comandante, Karsten Börne Borner, ha raccontato di aver consultato l’app Windy, previsto la burrasca e agito in tempo: ha svegliato l’equipaggio, acceso i motori e messo la prua al vento. Diversa la reazione sul Bayesian, dove secondo l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton, è stato il marinaio Griffiths a svegliare il comandante James Cutfield, ma a quel punto non c’era più tempo per reagire.

Ora Cutfield, Griffiths ed Eaton sono indagati per omicidio plurimo e naufragio colposo. Il confronto tra le due reazioni alla tempesta solleva domande inquietanti: perché Borner ha avuto il tempo di manovrare e Cutfield no?

Le posizioni legali e il dolore per la vittima

La battaglia legale è già cominciata. «Avremo conferme delle ipotesi dei magistrati… e sono ipotesi tutt’altro che complottiste», afferma l’avvocato Mario Bellavista, che rappresenta i familiari del cuoco di bordo Recaldo Thomas, l’unico membro dell’equipaggio a non essersi salvato. Di segno opposto le dichiarazioni del legale del comandante Cutfield, Giovanni Rizzuti: «Gli accertamenti dimostreranno l’assoluta estraneità del comandante e degli altri membri».

Nel frattempo, si piange la morte di Robcornelis Maria Huijben Uiben, il sub olandese di 39 anni deceduto durante un’immersione nel tentativo di recuperare il relitto. Un altro nome che si aggiunge al lungo elenco di quelli coinvolti nel mistero del Bayesian, un mistero ancora lontano dalla sua verità definitiva.

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