
Abdel Ghani Al-Kikli, meglio conosciuto con il soprannome di Gheniwa, è stato ucciso nel campo militare Tekbali, situato nella parte meridionale di Tripoli. A darne notizia sono state diverse fonti locali, secondo cui il corpo dell’uomo sarebbe stato trasportato all’ospedale di Abu Salim poco dopo l’agguato. Alcuni media hanno anche riferito di colpi d’arma da fuoco esplosi nella zona di Ain Zara, segnale evidente del caos generato dalla notizia.
Le autorità locali hanno esortato i residenti delle aree occidentali della capitale a non lasciare le proprie abitazioni, in via precauzionale, per evitare di rimanere coinvolti in eventuali disordini o ritorsioni armate.
Una figura controversa e il mistero della trasferta in Europa
Secondo diverse organizzazioni umanitarie, Gheniwa era considerato uno dei leader militari più temuti dell’intero quadrante occidentale del Paese. Accusato da organizzazioni per i diritti umani internazionali – tra cui Amnesty International – di torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali, il suo nome era spesso associato a episodi di violenza sistematica ai danni della popolazione civile.
A rendere ancora più controversa la figura del comandante, la sua recente presenza in Europa, dove sarebbe stato avvistato in Italia pochi giorni fa. La sua comparsa nel continente ha destato forte indignazione, soprattutto dopo la rivelazione secondo cui sarebbe entrato con un visto Schengen rilasciato da Malta, nonostante le accuse gravi a suo carico.
L’allarme dell’ONU: “Evitare l’escalation”
Proprio nella giornata dell’uccisione, la Missione ONU in Libia (Unsmil) ha espresso “profonda preoccupazione” per il deterioramento della sicurezza nell’area occidentale del Paese, invitando tutte le parti a “evitare provocazioni” e a risolvere le tensioni attraverso il dialogo, prima che la situazione degeneri ulteriormente.