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Macron “sta nascondendo un sacchetto di cocaina”, ma era un fazzoletto: la bufala diventata virale

Pubblicato: 12/05/2025 10:44
Macron cocaina fazzoletto bufala

Nel vortice di bufale virali e manipolazioni digitali, una nuova teoria complottista ha travolto tre tra i principali leader europei: il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Secondo una teoria infondata, i tre sarebbero stati sorpresi a consumare cocaina su un treno diretto da Kiev verso i rispettivi Paesi, al termine di una visita ufficiale in Ucraina.

L’accusa è partita dal conduttore statunitense Alex Jones, già noto per le sue posizioni complottiste e la diffusione di disinformazione, che ha pubblicato un post su X (ex Twitter), scrivendo: “Macron, Starmer e Merz ripresi in un video al loro ritorno da Kiev. Un sacchetto di polvere bianca sul tavolo. Macron lo infila velocemente in tasca, Merz nasconde il cucchiaino. Nessuna spiegazione. Zelensky, noto appassionato di cocaina, li aveva appena ospitati. Tutti e tre i ‘leader’ sembrano completamente sconvolti”. Jones ha poi rincarato la dose con un secondo post: “It’s coke”.

Il video smentito: il “sacchetto” era un fazzoletto

La clip, estrapolata da un filmato di repertorio e decontestualizzata, è stata rapidamente smentita da numerose fonti. La presunta “polvere bianca” non era altro che un fazzoletto di carta, mentre l’oggetto tenuto da Merz non era un cucchiaino ma un filo giallo o un elastico, come mostrato chiaramente da altre angolazioni della stessa scena. Nessuna traccia di sostanze illecite, né di comportamenti sospetti.

Il gesto di Macron, che sembra mettere qualcosa in tasca, è stato molto probabilmente un atto istintivo o finalizzato a evitare che un oggetto finisse immortalato nelle foto ufficiali. Un comportamento comune, ma che i teorici della cospirazione hanno trasformato in “prova” di un atto illecito.

L’intervento dell’Eliseo: “Disinformazione contro l’Unione europea”

La portata dell’attacco mediatico ha richiesto un’intervento diretto da parte dell’Eliseo, che ha pubblicato una dichiarazione ufficiale per contrastare la disinformazione. “Quando l’Unione europea diventa scomoda, la disinformazione arriva al punto di far passare un semplice fazzoletto per droga”, si legge nel post pubblicato sugli account ufficiali della presidenza francese.

“Queste fake news vengono diffuse dai nemici della Francia, sia all’estero che in patria. Dobbiamo rimanere vigili contro le manipolazioni”, continua la nota. Una presa di posizione netta, volta non solo a smentire il contenuto del video ma anche a denunciare l’utilizzo strumentale dei social network per delegittimare le istituzioni europee.

Il ruolo dei social e la velocità della propaganda

Ancora una volta, l’episodio evidenzia quanto sia facile per una bufala costruita ad arte diffondersi online. Basta un video ambiguo, un’affermazione infondata e un personaggio con ampia visibilità per innescare un meccanismo virale capace di travolgere anche figure politiche di primo piano. In questo caso, la credibilità di tre leader viene messa in discussione senza alcuna prova reale, sfruttando l’ambiguità visiva e il potere delle teorie complottiste.

Il fatto che la bufala abbia trovato eco tra numerosi utenti mostra la fragilità dell’informazione nell’epoca dei social. Nonostante la palese infondatezza della tesi, molti hanno rilanciato il contenuto, contribuendo alla diffusione della disinformazione e alla polarizzazione del dibattito pubblico.

Una narrativa costruita su pregiudizi e vecchie insinuazioni

Le accuse di Alex Jones si inseriscono in una narrativa già nota: quella che vuole il presidente ucraino Volodymyr Zelensky associato al consumo di cocaina. Una teoria considerata da molti priva di fondamento, ma utile per alimentare sospetti su tutto ciò che gravita attorno al contesto ucraino e alla sua alleanza con l’Unione europea. L’insinuazione che i tre leader europei abbiano seguito l’esempio del presidente ucraino non è che una forzatura di una retorica già consolidata in ambienti estremisti.

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