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Mamma di 29 anni trovata morta in casa: era incinta all’ottavo mese del secondo figlio

Pubblicato: 12/05/2025 14:08
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La quotidianità può infrangersi in un istante, anche nei momenti più delicati della vita. Ogni gesto, ogni attesa, ogni speranza legata a un futuro nuovo può svanire senza un preavviso, lasciando un vuoto impossibile da colmare. È ciò che accade quando la vita, nel suo momento più fragile e potente, si arresta bruscamente, senza spiegazioni, senza preavvisi.
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Una donna in attesa, una famiglia che si prepara ad accogliere una nuova nascita, una casa piena di piccoli dettagli che parlano di futuro. Ma a volte, in quelle stesse stanze, il silenzio arriva prima del pianto di un neonato, e la speranza si trasforma in lutto. In un mondo dove la maternità è spesso raccontata come un traguardo di gioia, ci sono storie che ricordano quanto essa sia anche una prova di resistenza, di vulnerabilità, di destino.

Il dramma nella casa di Lancashire

È morta all’ottavo mese di gravidanza, crollando sul pavimento della sua camera da letto, Aliesha Fisher, una giovane madre di 29 anni. La tragedia si è consumata nel dicembre del 2024 nella sua abitazione nel Lancashire, nel Regno Unito, quando mancavano poche settimane alla nascita del suo secondo figlio.

A trovare il corpo senza vita della donna è stata la cugina, che al mattino si è svegliata e ha notato Aliesha immobile sul pavimento. Erano circa le 10. La sera precedente, intorno alle 23, la giovane madre era stata vista viva per l’ultima volta dai familiari. La chiamata ai soccorsi è partita immediatamente, ma l’intervento del personale medico non è riuscito a salvare né lei né la bambina che portava in grembo.

Aria non ha mai visto la luce

La piccola, che la famiglia ha deciso di chiamare Aria, era alla 30esima settimana di gestazione. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, non presentava più battito cardiaco. La conferma del decesso è arrivata poco dopo. Una doppia perdita che ha devastato l’intera famiglia, lasciando dietro di sé dolore e interrogativi ancora senza risposta.

Il medico legale incaricato di esaminare il caso ha avviato un’indagine per stabilire le cause esatte del decesso. Al momento, non ci sono elementi che facciano pensare a un gesto volontario da parte della donna, né verso se stessa né verso la bambina. Gli accertamenti dovranno chiarire se siano intervenute complicazioni mediche improvvise o altre condizioni pregresse non rilevate.

Il dolore della famiglia e l’inchiesta aperta

I familiari hanno raccontato di una giovane donna piena di energia e amore per la sua famiglia. Aliesha era già madre e stava vivendo con emozione l’attesa della seconda figlia. La sua morte, così come quella della piccola Aria, ha lasciato sgomenti amici e parenti, che oggi cercano di comprendere l’inspiegabile.

Per onorare la sua memoria, è stata lanciata una raccolta fondi benefica. L’iniziativa, avviata poco dopo la tragedia, ha lo scopo di sostenere cause sociali legate alla maternità e alla salute materno-infantile. Il gesto vuole essere un modo per trasformare il dolore in solidarietà, restituendo valore alla vita di Aliesha e della figlia mai nata. L’intera comunità attende ora con rispetto l’esito degli accertamenti. Le risposte della medicina potranno forse offrire una spiegazione razionale a una tragedia che, per chi l’ha vissuta, rimane soprattutto una ferita aperta nel cuore.

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