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Marco Eletti, l’ex concorrente dell’Eredità che uccise il padre: i giudici hanno deciso così

Pubblicato: 12/05/2025 23:14

Il dramma familiare avvenuto nel Reggiano nel 2021 continua a suscitare forti reazioni a distanza di anni. Una vicenda intricata e sconvolgente che ha visto al centro un figlio accusato di aver compiuto un gesto estremo contro i propri genitori. Dopo un lungo percorso giudiziario fatto di colpi di scena, rinvii e sentenze contrastanti, è arrivato un nuovo importante verdetto.

La vicenda ha scosso l’opinione pubblica sin dai primi giorni, per la sua efferatezza e per i retroscena emersi durante le indagini. Le motivazioni che avrebbero spinto l’imputato a compiere tali gesti restano oggetto di dibattito, ma una cosa è certa: la giustizia ha confermato la sua posizione di responsabilità, pur con tutte le sfumature del caso.

Confermata la condanna a 24 anni e due mesi

La Corte d’assise d’appello di Bologna ha ribadito la condanna a 24 anni e due mesi di reclusione per Marco Eletti, 36 anni, giudicato colpevole di aver ucciso il padre e tentato di togliere la vita alla madre nel febbraio 2021, in una casa di San Martino in Rio. La decisione arriva dopo che la Cassazione, nel novembre scorso, aveva annullato la precedente sentenza chiedendo una rivalutazione sulla sussistenza della premeditazione.

Secondo gli atti, l’uomo avrebbe ucciso il padre, Paolo Eletti, con colpi di martello, e tentato di assassinare la madre, Sabrina Guidetti, narcotizzandola con dei bignè contaminati da benzodiazepine, per poi lasciarla con i polsi tagliatiaccanto al corpo senza vita del marito.

Un processo complesso e carico di tensione

La premeditazione è stata uno dei punti centrali del processo. Per l’accusa, il delitto è stato accuratamente pianificato: si parlava di un movente legato alla volontà di ereditare l’abitazione di famiglia, oltre alla scoperta di una doppia identità del padre che avrebbe turbato profondamente l’imputato. Tuttavia, la difesa ha sempre negato l’intenzionalità dell’omicidio del padre, sostenendo che solo l’aggressione alla madre fosse stata pianificata, mentre il delitto sarebbe stato il frutto di un raptus.

Nonostante ciò, i giudici hanno confermato l’impianto accusatorio, ribadendo anche la presenza della premeditazione, già riconosciuta nei precedenti gradi di giudizio. I legali di Eletti hanno annunciato l’intenzione di ricorrere nuovamente in Cassazione, una volta depositate le motivazioni della sentenza, previste entro 90 giorni.

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