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Milano, tranviere di Atm muore dopo il pranzo con i colleghi: in 5 erano finiti in ospedale intossicati

Pubblicato: 12/05/2025 11:44
Milano tranviere Atm muore

Un semplice pranzo tra colleghi si è trasformato in una tragedia che ha scosso il mondo del trasporto pubblico milanese. Davide Teruzzi, conducente di tram Atm da 24 anni, è morto domenica 11 maggio all’ospedale San Raffaele di Milano dopo giorni di agonia in terapia intensiva. Aveva appena 50 anni e lavorava al deposito Leoncavallo, da cui partono le linee 5, 12 e 33.
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La causa della morte è ancora incerta e sarà l’autopsia a chiarire se si sia trattato di una intossicazione alimentare o se siano entrati in gioco altri fattori. Al momento, tuttavia, l’ipotesi alimentare è quella su cui si stanno concentrando le indagini, dato che l’uomo si era sentito male dopo aver pranzato in un ristorante convenzionato con Atm.

Il pranzo con i colleghi e i primi sintomi

La vicenda ha avuto inizio domenica 4 maggio, quando Teruzzi si è recato a pranzo con alcuni colleghi in un ristorante di via Fabio Filzi, nei pressi della stazione Centrale di Milano. Secondo le ricostruzioni, il conducente avrebbe ordinato una frittura di calamari, mentre gli altri commensali hanno scelto un risotto. Poco dopo il pasto, almeno cinque dipendenti Atm hanno iniziato ad avvertire malori: nausea, dolori e altri sintomi compatibili con una possibile intossicazione alimentare.

Tutti sono stati curati al pronto soccorso e poi dimessi, compreso Teruzzi, che ha ricevuto un certificato di malattia. Ma già il lunedì sera il 50enne ha accusato un nuovo forte malore, tanto da rendere necessario il ricovero d’urgenza.

Il peggioramento e il ricovero in terapia intensiva

Il 7 maggio, Teruzzi è stato trasportato all’ospedale San Raffaele. Le sue condizioni sono apparse immediatamente gravi: i medici lo hanno intubato e trasferito in terapia intensiva. Secondo quanto riferito dalla madre, l’uomo era tenuto in vita solo dalle macchine di supporto vitale. Dopo quattro giorni di ricovero senza miglioramenti, Teruzzi è morto la sera di domenica 11 maggio.

I colleghi, ancora sconvolti, parlano di un «gigante buono» dalla vita segnata da prove durissime: la perdita del padre, una malattia importante, un’operazione chirurgica e un grave incidente sul lavoro.

Le indagini e i controlli nel ristorante

In seguito alla segnalazione, l’Ats di Milano ha avviato un’indagine per verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie nel ristorante coinvolto. Al momento, secondo le autorità sanitarie, non sarebbero emerse irregolarità, ma la situazione resta monitorata. In via precauzionale, Atm ha sospeso la convenzione con il locale in questione e ha espresso vicinanza alla famiglia di Teruzzi, rendendo omaggio alla sua lunga carriera e al suo impegno professionale.

Una carriera segnata anche da un dramma

La vita lavorativa di Davide Teruzzi non è stata priva di momenti drammatici. Il 1 gennaio di dodici anni fa, il conducente fu coinvolto in un incidente mortale mentre era alla guida di un tram. Un’automobile si era schiantata contro il convoglio, causando la morte di un ragazzo. A seguito dell’evento, Teruzzi fu sospeso temporaneamente dal servizio in attesa di accertamenti, ma successivamente fu scagionato e poté tornare alla guida. Da allora ha sempre svolto il suo lavoro con estrema precisione e dedizione, come ricordano oggi i suoi colleghi.

Una perdita che lascia un vuoto

Abitava a Melzo con la madre, con cui condivideva la quotidianità dopo la perdita del padre. Chi lo conosceva parla di lui come di una persona generosa, sensibile, puntuale. Un lavoratore affidabile, che nonostante le difficoltà della vita, ha sempre affrontato tutto con dignità e rispetto.

La sua scomparsa improvvisa ha lasciato un vuoto profondo nel cuore dei colleghi e nell’intera comunità Atm. In attesa dell’esito dell’autopsia, resta l’amarezza per una tragedia che poteva forse essere evitata e che oggi accende i riflettori sull’importanza dei controlli in ambito alimentare, soprattutto in contesti aziendali.

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