
In un clima disteso e informale, Papa Leone XIV ha concluso l’udienza con i rappresentanti dei media internazionali presenti a Roma per il Conclave regalando sorrisi, battute e persino autografi. Una giornata insolita in Vaticano, in cui il Pontefice ha mostrato ancora una volta il suo lato più umano, giocoso e aperto al dialogo.
Tra i momenti più curiosi, quello in cui una giornalista ha proposto una partita di tennis di beneficenza in favore delle Pontificie Opere Missionarie, sapendo della passione del Papa per lo sport. “Certo, va bene”, ha risposto subito Leone XIV con entusiasmo, alimentando la sorpresa e l’ilarità della platea.
A rendere ancora più vivace lo scambio è stata la battuta successiva: “Io porto Agassi”, ha detto la giornalista sorridendo, riferendosi all’ex campione americano. Pronta la replica del Papa: “Basta che non porti Sinner”, giocando sul doppio significato del cognome del numero uno del tennis mondiale, che in inglese vuol dire “peccatore”.
Un legame inaspettato
Il siparietto è proseguito con altri giornalisti che si sono detti pronti a scendere in campo per un doppio. Il Pontefice ha risposto divertito: “Gioco, ma non bene…”, confermando la sua predisposizione al sorriso e alla leggerezza, anche nei contesti ufficiali.

La mattinata si è conclusa con una scena inusuale: Leone XIV che firma autografi, tra cui quello su una pallina da baseball, e si lascia immortalare mentre indossa una sciarpa peruviana donatagli da un cronista latinoamericano. Gesti che raccontano la spontaneità di un Papa che non si sottrae all’entusiasmo di chi lavora per informare il mondo.
Questa udienza ai media ha dunque avuto il sapore di un incontro tra amici più che di un protocollo istituzionale. In un’epoca in cui il linguaggio religioso fatica spesso a dialogare con il pubblico globale, il sorriso del Papa e la sua voglia di scherzare rappresentano un ponte efficace tra fede e contemporaneità.