
Mentre nell’Aula Paolo VI si affollano oltre cinquemila giornalisti e operatori dei media per il primo incontro ufficiale con il Pontefice, si delinea con chiarezza il ritmo serrato dei prossimi giorni per Papa Leone XIV, eletto da pochi giorni alla guida della Chiesa cattolica.
Un’agenda già carica di significati simbolici e scelte che preannunciano il tono del nuovo pontificato. Venerdì 16 maggio, il Papa incontrerà il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, insieme ai capi missione di tutte le ambasciate vaticane nel mondo. Un’occasione chiave per disegnare i primi contorni della sua visione geopolitica, che dovrebbe raccogliere l’eredità del forte appello alla pace già espresso nel suo primo Regina Caeli, quando pronunciò con forza un “mai più guerra” dalla Loggia di San Pietro.

11.40 La telefonata con Zelensky
Primo contatto telefonico tra il Papa e Zelensky. “Ho parlato con Leone XIV. E’ stata la nostra prima conversazione, ma molto cordiale e davvero concreta”. Così su Telegram il presidente Ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha invitato il pontefice a “una visita apostolica in Ucraina” che “darebbe una speranza concreta a tutti i fedeli, a tutto il nostro popolo. Abbiamo convenuto di rimanere in contatto e di pianificare un incontro personale nel prossimo futuro”

“Ho ringraziato per il sostegno all’Ucraina e a tutto il nostro popolo. Apprezziamo molto le parole di sua Santità – dice – sulla necessità di raggiungere una pace giusta e duratura per il nostro Paese e di liberare i prigionieri. Abbiamo parlato delle migliaia di bambini ucraini deportati dalla Russia. L’Ucraina conta sull’aiuto del Vaticano per riportarli a casa, dalle loro famiglie”.
“L’ho informato – scrive il presidente ucraino – dell’accordo raggiunto dall’Ucraina e dai nostri partner secondo cui da oggi deve iniziare un cessate il fuoco completo e incondizionato per almeno 30 giorni, e ho ribadito la nostra disponibilità a proseguire i negoziati in qualsiasi formato, compresi i colloqui diretti, come abbiamo più volte sottolineato. L’Ucraina vuole porre fine a questa guerra e sta facendo tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo. Attendiamo passi concreti da parte della Russia”.
11.20 L’importanza dei gesti
«È un dovere scegliere con coraggio la strada di una comunicazione di pace». Poi, al termine del discorso, è sceso dal palco e ha salutato i giornalisti seduti in prima fila.
11.12 Prevost e il discorso della montagna
Prevost in apertura ha citato il discorso della Montagna: «Beati gli operatori di pace». «Viviamo tempi difficili da raccontare, ma non dobbiamo fuggire né accettare la mediocrità. Sant’Agostino diceva “Viviamo bene e i tempi saranno buoni”. Noi siamo i tempi».

11.00 Papa Leona lancia la sfida
«Oggi la sfida è creare comunicazione che esca dalla Torre di Babele della faziosità. Questa responsabilità ce l’abbiamo tutti. La comunicazione non è solo trasmettere le notizie ma anche amore per le persone. Non serve comunicazione fragorosa ma una che ascolta le voce dei deboli».