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“Se lo meritava”. La scoperta su De Maria prima dell’omicidio di Chamila: esplode la polemica

Pubblicato: 12/05/2025 17:43

Il silenzio è calato nel pomeriggio. La gente cammina, qualcuno guarda in alto, qualcuno invece scorre le notizie sul telefono. Nessuno si aspetta che un gesto estremo arrivi all’improvviso, in un giorno qualsiasi. Ma la città si ferma ogni volta che succede. Le immagini rimbalzano da un palazzo all’altro. C’è chi si ferma, chi commenta, chi si chiede come sia stato possibile.
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Le storie dei detenuti che lavorano fuori, spesso, passano sotto traccia. Nessuno ci fa caso. Alcuni ricominciano, altri faticano. Ogni tanto, però, qualcosa si spezza. Qualcuno mente, qualcuno inganna. La fiducia si trasforma in paura. I volti si mescolano, le storie si incrociano, la verità emerge solo alla fine, quando ormai è troppo tardi.

Chi lavora nelle strutture pubbliche o private lo sa. Dietro ogni persona c’è una storia complicata. A volte però i controlli sembrano non bastare. Le tragedie nascono dove meno te le aspetti. Le domande arrivano dopo, come sempre.

Il caso De Maria arriva al ministero

Ora il caso di Emanuele De Maria è nelle mani del ministero della Giustizia. L’uomo, in permesso di lavoro dal carcere, aveva ottenuto l’opportunità di una nuova vita. Il suo legale, Daniele Tropea, parla chiaro: “Meritava il lavoro fuori, aveva fatto un ottimo percorso”. Ma quella fiducia, oggi, è in discussione.

De Maria ha accoltellato un collega dell’hotel dove lavorava. La vittima è rimasta gravemente ferita. Poche ore dopo, è scomparsa una donna, anche lei collega. Le telecamere li hanno ripresi insieme. Poi solo lui. Lei, nel frattempo, non dava più notizie. Il cellulare è stato ritrovato in un cestino. Il corpo, invece, è stato scoperto giorni dopo, al Parco Nord di Milano.

Le ultime ore prima del gesto

De Maria ha girato per la città. Ha dormito non si sa dove. Ha spento il telefono. Ha usato quello della donna per chiedere perdono. Ha parlato con la madre e la cognata. Poi, il sabato mattina, è entrato al Duomo di Milano. Ha pagato il biglietto come un normale turista. Nessuno lo ha fermato. Poco prima delle 14, si è gettato dalla terrazza. Fine della corsa.

Il pm Francesco De Tommasi ricostruisce i fatti. Sospetta che De Maria avesse pianificato tutto. Prima Chamila, poi Hani. Il collega, però, si è salvato. Le autopsie faranno luce su altri aspetti. Forse l’uomo aveva assunto sostanze. Forse no. Di certo, il dolore resta. E con lui, la domanda: si poteva evitare?

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