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Totò Riina, la decisione durissima sul figlio: “È estremamente pericoloso”, cosa succede ora

Pubblicato: 12/05/2025 19:30

Il sistema del carcere duro, previsto dall’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario italiano, è uno degli strumenti più incisivi per contrastare le organizzazioni mafiose. Rappresenta una misura estrema, applicata ai detenuti considerati ancora in grado di esercitare un’influenza sulle cosche anche dall’interno delle celle. Il caso di Giovanni Riina, figlio di uno dei più noti boss mafiosi del Novecento, è emblematico in questo senso.

Dopo decenni dietro le sbarre, si è tornato a discutere della possibilità di un allentamento delle sue condizioni detentive. Ma la risposta del tribunale è stata chiara: nessun passo indietro. Nonostante le valutazioni della Cassazione, le autorità giudiziarie competenti hanno confermato la linea della massima sorveglianza.

Ribadito il carcere duro per Giovanni Riina

Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha stabilito che Giovanni Riina debba rimanere sottoposto al 41-bis, misura applicata senza interruzioni dal 1996, anno del suo arresto. Sta scontando l’ergastolo per tre omicidi commessi a Corleone nel 1995, poco prima del suo ingresso in carcere. Nonostante non abbia ancora compiuto 50 anni, ha trascorso oltre metà della sua vita dietro le sbarre.

La motivazione alla base della decisione è legata al rischio concreto che un allentamento della sorveglianza possa favorire il ripristino di contatti con l’esterno, in particolare con i clan ancora attivi. “La sua pericolosità resta attuale” è quanto sostenuto dai giudici, i quali hanno ritenuto che la sua posizione nell’organizzazione mafiosa resti centrale, anche in assenza di ruoli operativi.

“La famiglia Riina riceve ancora i proventi che l’associazione mafiosa percepisce sul territorio”, ha sottolineato il magistrato antimafia Franca Imbergamo, evidenziando come, pur risultando formalmente priva di entrate, la famiglia continui a vivere senza apparenti difficoltà economiche. Si sospetta che le entrate arrivino da un patrimonio illecito costruito nel tempo, gestito da elementi esterni rimasti fedeli.

Secondo quanto emerso, Giovanni Riina viene ancora considerato una figura in grado di influenzare gli equilibri interni di Cosa Nostra, soprattutto dopo la morte del padre Totò nel 2017 e quella di Matteo Messina Denaro nel 2023. Le forze investigative ipotizzano una fase di riorganizzazione interna all’organizzazione, ispirata alle “più consolidate tradizioni storiche”, in cui Riina jr. potrebbe ricoprire un ruolo chiave.

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