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Ucraina-Russia, tutti a Istanbul? Zelensky sì, Trump forse, Putin boh! Cosa succede

Pubblicato: 12/05/2025 23:39

Si torna a parlare di pace, o almeno di diplomazia. Istanbul potrebbe diventare presto il nuovo epicentro di una possibile svolta nella crisi ucraina. Tra le tante incognite, una sola certezza: Volodymyr Zelensky ha confermato la sua presenza nella città turca giovedì. Ma il resto del tavolo resta tutto da comporre. Il condizionale è d’obbligo, soprattutto per chi spera nella partecipazione di Vladimir Putin, eventualità che potrebbe attrarre anche l’attenzione di Donald Trump, pronto a ritagliarsi un ruolo da mediatore, rubando — forse — la scena al presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Il contesto, tuttavia, è tutt’altro che semplice. Le tensioni sono alle stelle, e la strada verso un incontro diretto tra i due leader, che si sono incrociati solo una volta nel 2019, appare in salita. Trump stesso, diretto verso l’Arabia Saudita, ha lasciato intendere che sta “pensando di andare a Istanbul”, ma senza conferme ufficiali.

Mosca non cede alle pressioni: gelo sul cessate il fuoco

La diplomazia internazionale, intanto, continua a spingere per un cessate il fuoco di almeno 30 giorni come condizione preliminare al dialogo. Ma dal Cremlino la risposta è netta: “Un linguaggio inaccettabile per la Russia, inappropriato”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, rigettando l’idea che Kiev possa dettare le condizioni.

Zelensky, dal canto suo, conferma che sarà comunque in Turchia e accusa Mosca di un “strano silenzio” sulla partecipazione all’incontro. Peskov, incalzato sulla composizione della delegazione russa, ha liquidato la domanda con un semplice “no comment”. Tattiche da scacchi o da poker, ma con in gioco la pace in Europa.

Le richieste restano le stesse: resa dell’Ucrainastop all’ingresso nella NATOriconoscimento dei territori occupati. Ma ora l’Occidente rilancia con nuove condizioni. “Ci deve essere una tregua”, ha insistito l’Alto rappresentante Kaja Kallas, mentre nel frattempo i droni russi continuano a colpire la regione di Sumy, causando vittime e feriti.

Secondo l’analista Volodymyr Fesenko, se Putin dovesse rifiutare l’invito, “potrebbe apparire debole agli occhi di Trump”. Una strategia chiara per Zelensky, che ha ribaltato il tavolo chiedendo un confronto diretto: “Putin si trova all’angolo”, ha dichiarato il deputato ucraino Oleksandr Merezhko.

E mentre Bruxelles prepara nuove sanzioni, i ministri europei riuniti a Londra e le parole di Giorgia Meloni da Roma continuano a tenere alta la pressione: “Attendiamo una chiara risposta dalla Russia”. Ma dal Cremlino, per ora, tutto tace.

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