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“Non vi conviene”. Ucraina, la Russia gela il mondo così: dura replica di Mosca sull’ultimatum

Pubblicato: 12/05/2025 18:44

Una frase breve, glaciale, come se fosse normale. Ma non lo è. Volodymyr Zelensky ha appena pronunciato le parole più inattese dall’inizio della guerra: “Incontrerò Putin in Turchia giovedì”. Nessuna premessa, nessuna dichiarazione preparatoria. Solo una bomba politica, diplomatica e storica.

Un incontro diretto tra i due leader – il presidente dell’Ucraina e quello della Russia – non avviene dal 2022, quando l’invasione su vasta scala fece precipitare ogni possibilità di dialogo. La frase è bastata per far saltare le agenzie, bloccare le dirette e trasformare il silenzio della diplomazia in un’esplosione mediatica.

“Aspetterò Putin. Personalmente”

Zelensky ha accompagnato l’annuncio con un messaggio chiaro: “Attendiamo un cessate il fuoco completo e duraturo, a partire da domani, per fornire la base necessaria alla diplomazia. Non ha senso prolungare le uccisioni. E giovedì aspetterò Putin in Turchia. Personalmente. Spero che questa volta i russi non cerchino scuse”. Parole taglienti, che accendono la tensione e pongono Mosca davanti a una sfida: fermare le armi, oppure smascherarsi.

L’idea di riprendere il negoziato è stata rilanciata proprio dal Cremlino, con la proposta di un vertice a Istanbul, senza precondizioni. Zelensky, fino a poche ore fa, aveva tenuto il punto: nessun incontro senza tregua, nessun passo se prima non si fermano le bombe. Da qui, la svolta improvvisa. La Turchia si è dichiarata disponibile a ospitare il faccia a faccia. Washington osserva, l’Europa appoggia, ma nessuno si sbilancia.

l presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato che sarà ai colloqui in Turchia giovedì e ha aggiunto di sperare che ci siano “anche i russi” e Donald Trump. Lo ha scrittolo stesso Zelensky sul suo canale Telegram.

“Ho sostenuto il presidente Trump nell’idea di colloqui diretti con Putin. Ho espresso apertamente la mia disponibilità a incontrarlo. Io sarò in Turchia. Spero che i russi non si sottraggano all’incontro. E naturalmente, tutti noi in Ucraina apprezzeremmo se il presidente Trump potesse essere presente a questo incontro in Turchia. È l’idea giusta”, ha scritto.

Ora il mondo guarda Istanbul, ma nella notte Mosca risponde con un massiccio attacco di droni su Kiev

Il clima è sospeso. Dietro le parole si muove una posta enorme, tra speranze di pace e timori di un’ennesima messinscena. Zelensky ha scelto il campo, e ci sarà. Putin ancora no. Le trincee restano armate. Ma per la prima volta dopo mesi, la storia torna a passare da una stanza, e non da un campo minato.

Nella notte, però, è arrivata una prima risposta di Mosca all’iniziativa di Zelensky ed è inequivocabile. L’Ucraina afferma che la Russia ha lanciato 108 droni durante la notte, nonostante l’ultimatum per il cessate il fuoco. “Dalle ore 23:00 di domenica 11 maggio, i russi hanno attaccato l’Ucraina con 108 droni Shahed e droni simulatori di vario tipo dalle seguenti direzioni: Bryansk, Orel, Shatalovo, Millerovo, Primorsko-Akhtarsk e Chauda” riferisce Ukrinform citando un messaggio del’aeronautica militare dell’Ucraina su Telegram .

Cremlino: “Non accettiamo ultimatum sulla tregua, sostegno da stati BRICS”

La Russia respinge ogni «ultimatum» su un cessate il fuoco in Ucraina. Lo ha affermato il portavoce Dmitry Peskov citato dall’agenzia Ria Novosti. «Il linguaggio degli ultimatum non è accettabile per la Russia, non è appropriato, non si può parlare alla Russia in questo modo», ha affermato Peskov, riferendosi alle dichiarazioni dei leader dei Paesi Volenterosi che sabato da Kiev hanno minacciato nuove pesanti sanzioni contro Mosca se non accetterà un cessate il fuoco di 30 giorni.

Ma si lavora per arrivare ad una trattativa in cui Mosca avrebbe il pieno sostegno degli stati BRICS. La proposta di Vladimir Putin per negoziati diretti russo-ucraini avrebbe infatti «il sostegno dei leader di molti Paesi» compresi quelli del Brics, di cui fa parte la Cina. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Il portavoce, citato dall’agenzia Ria Novosti, ha sottolineato che anche il presidente americano Donald Trump ha chiesto all’Ucraina di partecipare a colloqui diretti senza condizioni come proposto da Mosca.

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