
Con una decisione senza precedenti, l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (ICAO) ha ufficialmente condannato la Federazione Russa per la violazione del diritto aereo internazionale in relazione all’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines. Il disastro avvenne il 17 luglio 2014 nei cieli dell’Ucraina orientale, causando la morte di 298 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio.
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La dichiarazione dell’ICAO, resa pubblica al termine di una lunga procedura di risoluzione delle controversie tra Stati membri, rappresenta una svolta: è infatti la prima volta nella storia dell’organizzazione che il Consiglio emette una decisione di merito su un conflitto tra Paesi in base alle norme della Convenzione sull’aviazione civile internazionale.
Una responsabilità a lungo evitata
Fino ad oggi, la Russia non era mai stata formalmente indicata come responsabile diretto dell’abbattimento del velivolo civile. Tuttavia, le evidenze raccolte nel corso degli anni da più organismi investigativi puntavano in quella direzione. Ora, con la pronuncia dell’ICAO, arriva una presa di posizione ufficiale e chiara: Mosca ha violato i propri obblighi internazionali nei confronti della sicurezza del traffico aereo.
La richiesta di pronunciamento era stata avanzata da Australia e Paesi Bassi, Paesi che hanno perso numerosi cittadini nel disastro e che da anni chiedevano giustizia. I due governi avevano sollecitato l’intervento dell’organismo dell’ONU per verificare se vi fosse stata una violazione dell’articolo 3 bis della Convenzione di Chicago, che vieta agli Stati di utilizzare armi contro aeromobili civili in volo.
Le prove: un missile russo e la guerra nel Donbass
Le indagini, coordinate dal Joint Investigation Team composto da sei Paesi, avevano già attribuito la distruzione del volo MH17 a un missile terra-aria Buk TELAR, di fabbricazione russa, fornito ai separatisti filorussi della cosiddetta Repubblica Popolare di Donetsk (DPR) nel contesto del conflitto armato con il governo ucraino.
Il Tribunale dell’Aia, a conclusione del processo condotto nei Paesi Bassi, aveva già condannato all’ergastolo in contumacia due cittadini russi e un ucraino. Nella sentenza, però, era stato specificato che non c’erano prove dirette che il presidente russo Vladimir Putin avesse ordinato l’abbattimento dell’aereo.
La posizione ufficiale della Russia, sin dall’inizio, è sempre stata quella della negazione di responsabilità. Mosca ha sostenuto che il missile non potesse essere attribuito alle sue forze armate o che comunque non vi fosse alcun legame diretto con il lancio.

Un procedimento lungo e articolato
Il percorso che ha condotto alla condanna della Russia è stato tutt’altro che rapido. La procedura avviata presso l’ICAO ha previsto memorie scritte, audizioni di testimoni e numerose sessioni del Consiglio. La conclusione, annunciata ieri, è frutto di anni di lavoro e rappresenta una ferma presa di posizione istituzionale della comunità internazionale nel campo dell’aviazione civile.
Al momento, è stata comunicata solo la decisione formale. Le motivazioni dettagliate, sia giuridiche che fattuali, saranno rese note in un secondo momento, al termine della redazione ufficiale del documento. Tuttavia, la portata simbolica e diplomatica della pronuncia è già chiara: la Russia è responsabile, secondo il diritto internazionale, di non aver protetto il traffico aereo civile in un’area coinvolta in operazioni militari.
Nessun effetto immediato, ma una condanna che pesa
Sebbene la decisione dell’ICAO non comporti sanzioni automatiche o conseguenze legali dirette, il suo peso a livello diplomatico e morale è significativo. L’organismo dell’ONU ha stabilito un principio chiaro: nessuno Stato può esimersi dalle proprie responsabilità internazionali, soprattutto quando si tratta della sicurezza dei cieli e della vita dei civili.
La mancanza di conseguenze materiali immediate non cancella il valore di una condanna che si colloca in un contesto globale già segnato da tensioni e conflitti. Per le famiglie delle 298 vittime, la decisione rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento della verità e della giustizia, dopo anni di attesa, dolore e richieste inascoltate.
Resta da vedere quali saranno le reazioni politiche e diplomatiche alla decisione dell’ICAO e se altri organismi internazionali seguiranno la stessa linea. Ma una cosa è ormai certa: l’abbattimento del volo MH17 non è più solo un tragico evento da archiviare, ma una violazione internazionale riconosciuta, con la Russia formalmente condannata come Stato inadempiente.