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“Grazie Meloni ma…”. Carabiniere-eroe salva una vita e risponde così alla premier

Pubblicato: 13/05/2025 21:05

Un gesto istintivo, coraggioso e umano: così Lorenzo Fascì, carabiniere scelto di 28 anni in servizio alla stazione di Albino (BG), ha salvato una donna che stava per togliersi la vita a San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo. Era fuori servizio, in auto con la fidanzata e il padre di lei, quando ha notato la donna aggrappata al lato esterno di un cavalcavia lungo la statale 41. Senza esitare, ha scavalcato il parapetto e l’ha raggiunta, restando con lei nel vuoto per interminabili minuti.

Il suo gesto non è passato inosservato. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo ha definito “un eroe”, ringraziandolo pubblicamente sui social. Fascì ha accolto con gratitudine il messaggio: “Mi ha fatto molto piacere”, ha detto, ringraziando anche Romano La Russa, assessore regionale alla sicurezza, che ha proposto di candidarlo per un riconoscimento alla Giornata della fraternità della strada. “Ma il premio più grande – ha aggiunto – è che quella donna oggi sia viva. Il resto è secondario”.

Nel racconto del giovane carabiniere emerge tutta la tensione e la delicatezza del momento. Dopo aver scavalcato il parapetto senza alcuna protezione, si è trovato faccia a faccia con la donna, visibilmente sconvolta. “Mi ha intimato di non avvicinarmi o si sarebbe buttata. Le ho detto che ero un carabiniere, che qualsiasi problema si può affrontare parlando”, ha raccontato. Mentre parlavano, si è avvicinato lentamente, riducendo la distanza fisica ma costruendo, allo stesso tempo, un fragile ponte di fiducia.

A pochi centimetri da lei, Fascì ha fatto scudo con il proprio corpo, sostenendola fisicamente e psicologicamente. “L’ho tenuta per tutto il tempo necessario, credo siano passati dieci minuti, ma sembravano un’eternità”, ha spiegato. Nel frattempo, la sua fidanzata aveva allertato il 112 e i soccorsi stavano arrivando.

Anche con l’arrivo delle forze dell’ordine e del 118, la donna non voleva ancora tornare indietro. Con pazienza, parlandole e restando dietro di lei, il carabiniere è riuscito a farla avanzare a piccoli passi verso la strada. Non si sono detti nulla, ma un abbraccio silenzioso ha suggellato quel momento: “Quel gesto, più di tutto, mi ha toccato profondamente”, ha confidato Fascì.

Era la prima volta che si trovava in una situazione simile, ma ha saputo gestirla con equilibrio, grazie anche all’addestramento ricevuto nei corsi e a una dote personale non comune: l’empatia. Una qualità che, dice, è fondamentale anche nella quotidianità alla stazione di Albino: “Noi carabinieri di paese siamo a stretto contatto con la gente, ascoltiamo, interveniamo. Credo che il nostro ruolo sia tra i più importanti per mantenere viva la fiducia tra Stato e cittadini”.

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Ultimo Aggiornamento: 13/05/2025 21:11

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