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Guerra, attacco feroce nella notte: è strage

Pubblicato: 13/05/2025 07:53

Il nord del Burkina Faso è stato teatro di un nuovo bagno di sangue. Un’ondata di violenza coordinata ha colpito la regione in maniera brutale, lasciando dietro di sé oltre 100 morti. Si tratta di uno degli attacchi più sanguinosi degli ultimi mesi, segnale allarmante della crescente espansione jihadista nel Paese africano, già segnato da instabilità e conflitti interni.

Secondo diverse testimonianze provenienti dalla zona, i militanti hanno preso di mira più località contemporaneamente, attaccando una base militare strategica e la città di Djibo, da tempo sotto pressione per l’assedio imposto dai gruppi estremisti armati.

L’assalto a Djibo e la rivendicazione

«È stato un massacro. Nessuno era preparato a un attacco di questa portata», racconta un residente che ha chiesto di rimanere anonimo. Alcuni operatori umanitari presenti nell’area hanno confermato che l’assalto è stato sferrato con una precisione allarmante, segno di una pianificazione accurata. La città di Djibo, già isolata da tempo per via del blocco jihadista, si è trovata ancora una volta al centro della violenza, in una situazione definita “drammatica” dalle organizzazioni internazionali impegnate sul territorio.

Dietro all’attacco ci sarebbe il gruppo Jama’at Nasr al-Islam wal-Muslimin (JNIM), formazione armata legata ad Al Qaeda, che ha rivendicato ufficialmente l’azione. Si tratta di una rete jihadista già nota per aver colpito in passato in Mali e Niger, e che ora sembra voler rafforzare il proprio controllo sulle aree settentrionali del Burkina Faso.

Una nazione spezzata dal conflitto

Secondo gli analisti regionali, più della metà del Paese risulta oggi fuori dal controllo governativo, con intere province dominate da milizie jihadiste che impongono la loro legge e bloccano gli aiuti umanitari. «La situazione è fuori controllo. Le forze di sicurezza non riescono più a contenere l’avanzata jihadista», ha spiegato un esperto di geopolitica africana.

Le autorità burkinabé, impegnate su più fronti e sostenute da missioni internazionali, si trovano ora di fronte a una sfida immensa: contenere una minaccia che avanza con metodo e lascia spazio solo alla devastazione.

Nonostante le operazioni militari in corso e le iniziative di dialogo in alcune zone, la violenza continua a crescere, facendo temere un futuro ancora più instabile per il Burkina Faso e per l’intera regione del Sahel.

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