
Un’altra tragedia sulle strade italiane, l’ennesima che lascia una famiglia distrutta e una comunità sotto choc. Una donna di 48 anni, madre di una ragazza di 17, è stata investita da un SUV mentre attraversava la strada. Era sulle strisce pedonali, a pochi passi da casa, in un momento di apparente normalità che si è trasformato in dramma.
Trasportata d’urgenza in ospedale, le sue condizioni sono apparse da subito gravissime. Poche ore dopo, è arrivata la notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere: la donna è morta nel reparto di rianimazione, nonostante i tentativi dei medici di salvarle la vita. In Italia, ogni anno, si contano centinaia di vittime della strada, e anche questa volta si torna a riflettere su velocità, distrazione e sicurezza dei pedoni.
Il dramma si è consumato in Veneto, precisamente a Quarto d’Altino, in provincia di Venezia. La vittima, Genni Sgaravato, operatrice socio-sanitaria, è stata investita intorno alle 18 in viale della Resistenza, a una manciata di metri dal suo condominio. Si trovava proprio davanti al bar “Da Mauro” quando è sopraggiunta una Bmw X1, guidata da un uomo di 50 anni del posto. L’impatto è stato devastante: Genni è stata sbalzata per oltre venti metri.

Originaria di Massanzago, stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Con lei c’era un conoscente che camminava poco più indietro. “Solo per questo sono salvo”, ha raccontato, ancora sotto choc. Secondo i primi rilievi, l’auto avrebbe frenato soltanto dopo l’urto. La polizia municipale di Quarto d’Altino ha subito avviato la ricostruzione dell’accaduto.
Il SUV è stato posto sotto sequestro, la patente del conducente ritirata e l’uomo sottoposto ai test previsti dalla legge per accertare eventuali alterazioni. L’ipotesi di reato è quella di omicidio stradale, e la salma della vittima è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa dell’esame autoptico.
Nel frattempo, la comunità locale è sconvolta. Una donna amata, una madre, una lavoratrice, strappata alla vita in pochi istanti. E mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio e solidarietà alla famiglia, cresce anche l’indignazione per un’altra morte che, forse, si poteva evitare.