
La fumata bianca ha sorpreso molti, ma non ha scatenato l’entusiasmo travolgente che ci si sarebbe aspettati. Quando il cardinale Robert Francis Prevost è apparso come Papa Leone XIV, il primo pontefice statunitense nella storia della Chiesa, la reazione è stata un misto di curiosità e perplessità. Il suo nome non figurava tra i favoriti, eppure è stato scelto con rapidità e largo consenso. Mentre il mondo si interroga su chi sia realmente questo nuovo Papa, i riflettori sono puntati sulle sue prime mosse, in particolare sui suoi viaggi apostolici.
Viaggio in Ucraina: la parola chiave è Kiev
È stato Volodymyr Zelensky in persona a chiamare Papa Leone XIV per invitarlo a Kiev. Una mossa strategica e simbolica: il presidente ucraino ha voluto coinvolgere subito il nuovo pontefice nella crisi più esplosiva d’Europa. Il Papa ha risposto con discrezione, ma ha lasciato intendere la volontà di esserci. “È un passo importante per la pace”, ha dichiarato una fonte vicina al Vaticano.
La presenza del Papa nella capitale ucraina sarebbe un segnale fortissimo, un messaggio al mondo e al patriarcato ortodosso: la Chiesa cattolica vuole essere parte attiva nella ricostruzione della pace.

Il Perù nel cuore del Papa
Dall’altra parte del mondo, una giornalista di Lima gli ha rivolto una domanda diretta: “Verrà presto in Perù, Santità?”. Papa Leone XIV ha sorriso e risposto con una promessa: “Tornerò”. Un legame profondo unisce il pontefice al paese andino, dove ha vissuto per vent’anni e dove è stato vescovo e poi arcivescovo. Il suo ritorno in Perù sarà un momento carico di emozione e riconoscenza.
Il viaggio in Sud America ha anche un forte valore politico. L’America Latina è un continente strategico per la Chiesa, e Leone XIV sembra volerlo riaffermare sin dai primi passi del suo pontificato.