
Negli ultimi anni test indipendenti hanno evidenziato la presenza di pesticidi, glifosato e micotossine in numerosi marchi di pasta. La cosa, ovviamente, ha allarmato gli italiani, che ne mangiano in grande quantità. I risultati più recenti, pubblicati nel 2025, confermano una realtà preoccupante: molta pasta è contaminata, anche tra le più vendute, da sostanze chimiche, seppur entro i limiti di legge. Un’indagine comparativa condotta dalla rivista svizzera K-Tipp ha analizzato 18 marche di pasta industriale distribuite in tutta Europa, inclusa l’Italia. Anche se le quantità rilevate rientrano nei limiti di legge, la presenza costante di glifosato nella pasta solleva interrogativi sulla reale sicurezza degli alimenti più consumati. Si tratta infatti di un residuo potenzialmente pericoloso, classificato da diverse organizzazioni come “probabile cancerogeno”.
Leggi anche: App che accedono al tuo conto, occhio: quali sono le insospettabili da cancellare subito

I risultati dello studio
Dallo studio è emerso che solo Barilla è risultata completamente priva di residui di glifosato, il controverso erbicida al centro di numerosi dibattiti sulla sicurezza alimentare. Tutti gli altri marchi esaminati – anche molto noti – presentavano tracce di pesticidi, inclusi prodotti venduti nei supermercati più popolari. Oltre alla contaminazione chimica, un altro problema riguarda la scarsa trasparenza sull’origine del grano utilizzato per produrre la pasta. In molti casi, i consumatori non possono sapere se la materia prima provenga da paesi dove l’uso di pesticidi è meno regolamentato. Le analisi hanno riscontrato residui di pesticidi in diversi formati di pasta, incluse: penne rigate, fusilli e spaghetti.

Come evitare il rischio di consumare pasta contaminata
Acquistare pasta sicura e priva di pesticidi non è semplice, soprattutto considerando la scarsa trasparenza su origine del grano e processi produttivi. Tuttavia, esistono alcune strategie concrete che puoi seguire per ridurre il rischio di portare in tavola prodotti contaminati da glifosato, micotossine e altri residui chimici.
1) Controlla l’origine del grano sull’etichetta – La legge italiana non impone obbligatoriamente di indicare l’origine del grano per tutte le paste, ma molti marchi scelgono di specificarla. Prediligi prodotti che riportano chiaramente: “Grano 100% italiano”; Origine del grano e del processo di molitura; Provenienza certificata UE. Evita prodotti con diciture generiche come “grano di origine UE/non UE”, perché potrebbero includere cereali provenienti da paesi dove l’uso di glifosato è ancora ampiamente consentito prima della raccolta (es. Canada, Stati Uniti).
2) Scegli pasta biologica certificata;
3) Consulta test e indagini indipendenti;
4) Leggi bene l’etichetta nutrizionale e le certificazioni;
5) Informati sul produttore: chi c’è dietro la marca? Molti marchi della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) sono private label, cioè prodotti da terzisti. Informarti su chi produce effettivamente quella pasta può aiutarti a valutarne la qualità reale. Spesso, i dati sono reperibili online o tramite siti dedicati alla trasparenza alimentare.