
La prima ora di lezione era appena cominciata. Il brusio degli studenti, il consueto via vai tra le aule e i laboratori, il suono dei registri elettronici che scandisce la routine. Ma bastano pochi secondi perché una giornata scolastica ordinaria si trasformi in un allarme. Il tempo si ferma, e tutta l’attenzione converge su un segnale anomalo: una finestra che lascia uscire fumo e l’odore acre che inizia a diffondersi lungo il corridoio. È così che all’Isis Val di Cornia, in pochi minuti, scatta il piano di emergenza antincendio.
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Non è un’esercitazione. Gli studenti vengono accompagnati fuori dall’edificio, i docenti seguono le procedure previste, il personale si muove rapido per mettere in sicurezza i presenti. È una prova superata con ordine e sangue freddo. Ma dietro quell’evacuazione si nasconde un gesto gravissimo.
L’incendio doloso e i sospetti su una mano interna
Siamo a Piombino, in provincia di Livorno, e l’orologio segna le 8:50 quando l’allarme interrompe le lezioni. Il fumo proviene da un’aula situata al primo piano del blocco ragioneria dell’istituto, quello che si affaccia sul golfo. All’interno, un principio d’incendio: un cestino collocato sotto alcuni banchi ha preso fuoco, e solo l’intervento tempestivo con un estintore ha impedito che le fiamme si propagassero ulteriormente.
Sul posto arrivano i vigili del fuoco del distaccamento di Piombino, che effettuano le operazioni di bonifica e rilevano un secondo tentativo di incendio: un altro cestino, questa volta nel bagno dello stesso piano. Qui, però, il fuoco non ha attecchito. Il dato più inquietante è che non si è trattato di un cortocircuito né di un incidente. Le fiamme sono dolose. Qualcuno ha agito con l’intenzione di provocare un incendio dentro una scuola, mettendo a rischio centinaia di persone.
Le indagini e i punti critici della dinamica
La procura è stata allertata con una denuncia contro ignoti, e le forze dell’ordine stanno raccogliendo elementi utili all’identificazione del responsabile. L’aula in cui è stato appiccato il fuoco era vuota: la classe assegnata a quello spazio stava svolgendo lezione in un laboratorio di un’altra ala dell’edificio. Tuttavia, si tratta di un’aula di passaggio, situata nei pressi dei bagni. Un dettaglio che potrebbe risultare decisivo per risalire a chi si trovasse in quell’area nel momento in cui è stato dato fuoco al cestino.
Inoltre, a quell’ora della mattina, le porte della scuola sono chiuse. Dunque, è escluso che a introdursi sia stato un soggetto esterno. Chi ha agito lo ha fatto dall’interno, sfruttando un momento di distrazione e un’aula vuota. Il gesto, per quanto sventato in tempo, non può essere archiviato come una bravata. Lo stesso dirigente scolastico Carlo Maccanti ha espresso forte preoccupazione: «Non si può parlare di una semplice bravata, perché avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Voglio pensare che chi ha agito non abbia valutato le possibili conseguenze».

Danni contenuti ma allerta alta
Grazie al rapido intervento, l’incendio è stato domato in meno di mezz’ora. I danni sono stati circoscritti a due cestini e quattro banchi. Attrezzature che dovranno essere sostituite, ma che non hanno compromesso la funzionalità dell’aula, dichiarata agibile dai vigili del fuoco. La scuola ha potuto riprendere le lezioni con una parziale riorganizzazione degli spazi.
Resta però il senso di inquietudine e la consapevolezza che il gesto poteva trasformarsi in una tragedia. In un ambiente frequentato da studenti, insegnanti e personale, un incendio doloso è un atto di gravità estrema che richiede non solo accertamenti giudiziari ma anche una riflessione collettiva sulle responsabilità educative e sul clima scolastico.
Un precedente che accende i riflettori
Non è la prima volta che un evento simile si verifica in un istituto della zona. Lo scorso anno, il 26 settembre, un principio d’incendio si era sviluppato in un locale magazzino nel seminterrato dell’edificio professionale Isis Carducci Volta Pacinotti, sempre a Piombino. Anche in quel caso l’intervento dei vigili del fuoco evitò danni maggiori, e la denuncia fu fatta a carico di ignoti.
Due episodi ravvicinati che ora saranno probabilmente messi a confronto dagli inquirenti per verificare eventuali connessioni o modalità ricorrenti. Intanto, la priorità resta individuare il responsabile del gesto compiuto all’Isis Val di Cornia, nella speranza che la giustizia scolastica e penale possa dare una risposta chiara e tempestiva.